mercoledì 31 ottobre 2007

Richiamo alla solidarietà internazionale perché cessi la persecuzione del governo contro la ACVC


Richiamo alla solidarietà internazionale perché cessi la persecuzione del governo contro la ACVC.



Facciamo un richiamo alla solidarietà nazionale e internazionale perché cessi la persecuzione del governo contro l’Asociacion Campesina del Valle del Rio Cimitarra (ACVC), organizzazione che promuove un lavoro comunitario, politico e sociale nel settore rurale dei comuni di Yondò, Remedios e Segovia, in Antioquia, così come di Cantagallo, San Pablo, Simitì e Santa Rosa del Sud, nel Bolivar. Inoltre è in piedi un ufficio regionale nella città di Barrancabermeja, nel Magdalena Medio colombiano.

La ACVC dà voce ai propositi della comunità attraverso centoventi giunte di azione comunale; cooperative; comitati di pescatori e minatori; collettivi di donne e giovani, uniti ad altri gruppi di lavoratori contadini, in nome della difesa integrale dei diritti umani e del territorio, così come dello sviluppo dei progetti produttivi di sovranità alimentare, della sostituzione delle coltivazioni di coca e della riqualificazione e stimolo ai progetti organizzativi contadini.

Andrés Gil, coordinatore dell’ufficio della ACVC a Barrancameja; Mario Martinez, tesoriere della ACVC; Oscar Duque, membro del gruppo di lavoro della sezione ACVC per la zona centrale del Magdalena Medio; Evaristo Mena, membro della giunta di azione comunale della comunità La Poza, comune di Cantagallo – tutti riconosciuti come leaders delle comunità per più di due decadi nella regione del Magdalena Medio – sono stati arrestati da agenti del DAS Sabato 29 Settembre e attualmente si trovano reclusi a Bucaramanga (Santander).
Oggi, Martedì 2 Ottobre 2007 verranno resi pubblici i capi di imputazione.

Quali prospettive per le comunità indigene?

Lega Diritti dei Popoli, Cipax-Centro interconfessionale per la pace
in collaborazione con SAL-Solidarietà America Latina e Ricerca e Cooperazione


Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni

Quali prospettive per le comunità indigene ?



Mercoledì 7 Novembre 2007 ore 18, nella sala della Comunità di S. Paolo, via Ostiense 152 b - Roma


Ne parleranno:

Antonino Colajanni, antropologo, Università La Sapienza, Roma

Luciano Ardesi, Lega per i Diritti dei Popoli

Cristina Mattiello, giornalista

Pilar Reuque, indigena mapuche, giornalista cilena


Sarà proiettato un breve filmato sulle Comunità Indigene e verrà distribuita la traduzione italiana della dichiarazione, approvata dall’assemblea generale dell’ONU il 13.09.2007


Seguirà un momento conviviale
Siete tutte e tutti invitati a portare le vostre specialità!


Informazioni: Cipax, via Ostiense 152, 00154 Roma, tel e fax 06.57287347
e.mail cipax-roma@libero.it www.cipax-roma.it

martedì 30 ottobre 2007

Grazie Presidente!







Grazie Presidente!


Evo Morales ha incontrato ieri a Roma i rappresentanti del movimento italiano e la società civile, in due incontri affollati e caratterizzati dall'entusiasmo.



- 30/10/2007

Non capita spesso che un capo di Stato in visita ufficiale all'estero esprima la volontà di incontrare non solo le istituzioni, ma anche e soprattutto la gente, gli attivisti dei movimenti sociali, gli studenti, i sindacati. E' quello che è successo durante la visita del Presidente boliviano Evo Morales in Italia, che in due soli giorni si è speso in una serie di incontri volti ad aprire un tavolo di dialogo con la società italiana e le realtà associative di base.


Appena giunto a Roma, domenica 28, il Presidente è corso al Campidoglio per ricevere un'onorificenza dal consiglio comunale di Roma, ma ancor più per incontrare la comunità boliviana residente in Italia, comunità che lo ha accolto con un calore, una confidenza ed un'emozione che difficilmente si registrano in appuntamenti di questo tipo. Assistendo all'incontro, toccando con mano l'affetto e la voglia di condividere preoccupazioni e speranze, erano palpabili il sostegno e la fiducia che tutta la comunità ha voluto esprimere al suo Presidente.

domenica 28 ottobre 2007

ELEZIONI: AL VOTO DOMENICA TRA VIOLENZA E CORRUZIONE




COLOMBIA 26/10/2007 21.16

Economia e Politica, Brief
È ancora una volta un clima di alta tensione, marcato da una grave insicurezza e da ripetute denunce sulla diffusa pratica della compravendita di voti, che accompagnerà domenica alle urne i colombiani chiamati a scegliere tra 86.467 candidati alle elezioni regionali. Il governo ha annunciato la chiusura della porosa frontiera col Venezuela decretando la massima allerta in tutta la rete ospedaliera del paese, prevedendo nuove violenze dopo gli attacchi, attribuiti in larga parte alla guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), che hanno provocato già 29 vittime tra i candidati. Circa 250.000 uomini di esercito e polizia sono stati mobilitati per controllare poco più di 9.500 seggi sparsi in tutto il Paese e garantire l’incolumità di ben 30.000 candidati che hanno richiesto la protezione dello stato. Rischi di brogli, pressioni ‘indebite’ sui cittadini e nuovi attentati sono stati segnalati dalla ‘Misión de Observación Electoral’ (Moe), formata da organizzazioni della società civile, secondo cui si profilano forti limitazioni al diritto di voto in almeno 576 dei 1.099 comuni del Paese. Le denunce di compravendita di voti, in cambio di denaro, elettrodomestici, alcolici o bestiame, normalmente provenienti dalle zone rurali, hanno intanto raggiunto le grandi città, inclusa la capitale Bogotá, dove, secondo alcune fonti un suffragio è pagato anche 100 dollari. Il governo ha intanto annunciato l’uccisione in combattimento di un comandante delle Farc, Gustavo Rueda Díaz, alias Martín Caballero, accusato di numerosi attentati nonché del sequestro dell’attuale ministro degli Esteri, Fernando Araújo, e di altri 18 ribelli.
[FB]


Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
Inviare una copia come giustificativo a:
Redazione MISNA
Via Levico 14
00198 Roma

venerdì 26 ottobre 2007

AUMENTA VIOLENZA IN VISTA ELEZIONI, UCCISO UN GIORNALISTA

COLOMBIA 25/10/2007 10.48



Altro, Brief

Sono saliti a 29 i candidati alle elezioni regionali di domenica uccisi dall’inizio dell’anno – 9 solo nell’ultima settimana - in un’ondata di violenza che ha coinvolto anche un giornalista e il suo assistente, assassinati a Cali per motivi ancora ignoti. La ‘Defensoría del pueblo’ (ufficio per i diritti civili) ha avvertito che 403 dei 1.098 comuni del Paese sono esposti ad attacchi e intimidazioni da parte di guerriglia e paramilitari: ha chiesto perciò al governo di sospendere la norma che obbliga gli elettori a mantenere l’inchiostro sul polpastrello dell’indice destro dopo aver votato. “Questo per prevenire rappresaglie contro i cittadini che esercitano il loro diritto” si legge in una nota. La polizia ha intanto riferito del sequestro, mercoledì, di un candidato all’assemblea legislativa del dipartimento centrale di Tolima, di cui non si avrebbero notizie. Nel frattempo la Federazione colombiana dei giornalisti (Fecolper) ha comunicato che Carlos Alberto Jaramillo, reporter per alcuni quotidiani locali, e il suo collaboratore Julio César García, sono stati uccisi a Palmira da uomini armati non identificati che hanno sparato contro la loro auto; i due si stavano recando a seguire un evento sportivo. Sono così almeno quattro gli operatori del settore assassinati quest’anno nel Paese.
[FB]
___________________________________________




Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
Inviare una copia come giustificativo a:
Redazione MISNAVia Levico 14


venerdì 19 ottobre 2007

PARAMILITARI: REAZIONI A CRITICHE COMMISSIONE INTERAMERICANA DIRITTI UMANI




COLOMBIA 18/10/2007 19.33

Altro, Brief

“Imprecisioni che disorientano l’opinione pubblica”. Così l’alto consigliere per il reinserimento degli ex-combattenti Franck Pearl ha definito le dure critiche rivolte al governo dalla Commissione interamericana dei diritti umani sul processo di disarmo dei paramilitari delle Autodifese unite della Colombia (Auc), riassunte in tre punti: non garantisce che tutti coloro che vi hanno aderito siano effettivamente membri di gruppi paramilitari, né che abbiano davvero consegnato le loro armi, né la sicurezza delle vittime. A queste si aggiungono le denunce presentate alla Cidh da una rete di organizzazioni non governative (ong) colombiane che hanno contato almeno 955 casi di esecuzioni arbitrarie, tra il 2002 e giugno del 2007, a carico di esercito e polizia, accusati di uccidere civili e presentarli ufficialmente come guerriglieri morti in combattimento. In concomitanza con l’inizio di un periodo straordinario di sessioni che la Cidh, basata a Washinghton, terrà proprio a Bogotá, Pearl ha inviato una lettera al presidente del tribunale panamericano sostenendo che il suo pronunciamento “evidenza la mancata conoscenza di leggi e norme che regolano il processo”, ma senza entrare di fatto nello specifico de contestazioni. Il presidente Alvaro Uribe, inaugurando le sessioni speciali della Cidh presso la sede della Corte suprema di giustizia (Csj), con cui si è peraltro scontrato negli ultimi giorni, ha chiesto alla corte di “esaminare molto bene le denunce...Ogni volta che la guerriglia e i suoi notabili sentono che li si può sconfiggere – ha aggiunto - si appellano alle violazioni dei diritti umani”. [FB]




Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
Inviare una copia come giustificativo a:
Redazione MISNA
Via Levico 14
00198 Roma
misna@misna.org

mercoledì 17 ottobre 2007

ASSASSINATO CANDIDATO A SINDACO, ESPLOSIONE NEL SUD


COLOMBIA 17/10/2007 15.14

Economia e Politica, Brief


Il candidato a sindaco del comune di Ataco, nel dipartimento centrale di Tolima, è stato ucciso da sicari non identificati, “mentre era impegnato nella campagna elettorale”: lo ha riferito ai giornalisti il segretario del governo di Tolima, César Jiménez, precisando che la vittima è Adolfo Alvarez, 26 anni, del partito ‘Cambio Radical’, appartenente alla maggioranza. Alvarez è stato assassinato in una zona rurale “nonostante siano state aumentate le misure di sicurezza” ha precisato Jiménez; si tratta del terzo assassinio a sfondo politico di esponenti della coalizione di governo avvenuto durante la campagna per le elezioni regionali e municipali del 28 ottobre. “i candidati erano stati avvertiti di non recarsi nelle aree rurali, ma è pressoché impossibile visto che il 75% degli elettori di Tolima vive nelle campagne” ha detto ancora Jiménez. Sebbene non sia ancora chiara l’identità dei responsabili, le autorità locali continuano a segnalare una forte presenza della guerriglia nella regione. Secondo dati ufficiali sono in totale 16 i candidati alle prossime elezioni locali uccisi negli ultimi mesi. Intanto un poliziotto è rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno a La Hormiga, nel dipartimento meridionale di Putumayo; atri cinque agenti sono stati feriti. “La pattuglia stava ispezionando la zona per consentire l’ingresso agli ‘sradicatori manuali’ di coltivazioni illegali di coca, quando è avvenuta l’esplosione” ha detto un portavoce delle forze dell’ordine che hanno attribuito l’attacco alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc).
[FB]



Copyright © MISNA Riproduzione libera citando la fonte. Inviare una copia come giustificativo a: Redazione MISNA Via Levico 14 00198 Roma misna@misna.org

venerdì 12 ottobre 2007

DISARMO PARAMILITARI: CRITICHE DA COMMISSIONE INTERAMERICANA DIRITTI UMANI



COLOMBIA 12/10/2007 15.06
____________________________
Diritti Umani, Standard
____________________________

Non garantisce che tutti coloro che vi hanno aderito siano effettivamente membri di gruppi paramilitari, né che abbiano davvero consegnato le loro armi, né la sicurezza delle vittime: sono le dure critiche rivolte dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) al controverso processo di disarmo delle Autodifese unite della Colombia, protagoniste dal 2003 di un discusso negoziato di pace con il governo che avrebbe portato, almeno sulla carta, alla smobilitazione di 31.000 combattenti. In un rapporto presentato a Washington, la Cidh indica, tra l’altro, che al momento della smobilitazione le autorità non hanno ritenuto di dover indagare su eventuali responsabilità penali dei partecipanti; “un’occasione persa per la raccolta di informazioni sui blocchi delle Auc, i loro membri e la dinamica socio-economica che ne consentiva l’esistenza”. Lo studio, frutto di una missione della Cidh sul terreno, afferma poi che i meccanismi adottati per la smobilitazione e il reinserimento nella vita civile degli ex-combattenti - con relativi incentivi economici - hanno favorito “persone che non necessariamente appartenevano alla struttura armata”; tra le armi consegnate, inoltre, “in alcuni casi non ne figurano di moderne o in buono stato”. Vengono inoltre denunciate “restrizioni” nei confronti delle vittime per ottenere il patrocinio legale e si esprime “preoccupazione” per il fenomeno del riarmo che ha da tempo dato vita a nuove milizie normalmente denominate dal governo ‘bande emergenti’. “Esistono ancora molte zone del paese dove la violenza delle bande criminali, membri delle Auc che non si sono smobilitati, nuovi attori armati e il rafforzamento di quelli pre-esistenti, causano timore alle vittime e le limitano nel rivendicare i propri diritti”. Per la Cidh sono “è incerto l’effettivo scioglimento delle strutture armate del paramilitarismo e la genuina partecipazione dei quadri armati delle Auc”, poiché “il fenomeno delle strutture armate illegali resta presente nelle stesse aree del paese” in cui gli ‘squadroni della morte’ sono rimasti attivi per almeno 20 anni macchiandosi di crimini efferati.
[FB]
_______________________________
Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
Inviare una copia come giustificativo a:
Redazione MISNA
Via Levico 14
00198 Roma




OMICIDIO CANDIDATO PRESIDENZA GALÁN, UNA CONDANNA DOPO 16 ANNI




COLOMBIA 12/10/2007 11.41
________________________________

Altro, Brief

________________________________

“La decisione è storica, perché per la prima volta la giustizia colombiana sembra essere arrivata fino ai mandanti di un omicidio e a fargli scontare una condanna” scrive oggi il quotidiano di Bogotá ‘El Tiempo’ riportando la notizia della pena a 24 anni di carcere inflitta a 16 anni dai fatti, all’ex-ministro di Giustizia ed ex-presidente del Senato Alberto Santofimio Botero, vincolato con il defunto boss della droga Pedro Escobar, per l’assassinio “a scopi terroristici”, nel 1989, del candidato della sinistra alla presidenza del ‘Partido Liberal’ Luis Carlos Galán; un assassinio, giunto in piena campagna per le elezioni del 1990, di cui Galán “sarebbe stato sicuro vincitore” – si legge nella sentenza - che diede il via a uno dei periodi più violenti della storia recente colombiana. “Nonostante la condanna molti interrogativi restano senza risposta in relazione all’omicidio di Galán e al modo in cui sono state portate avanti le indagini dopo la sua morte” scrive ancora il giornale. Tra Santofimio ed Escobar, capo del cartello della droga di Medellín, già militante di ‘Nuevo Liberalismo’ di Galán e poi passato alla corrente ‘Alternativa Liberal’ dello stesso Santofimio, “esisteva lo stesso interesse a falciare la vita del candidato”. Definito “l’uomo del cambiamento” per la sua ferma presa di posizione contro i legami economici e politici di alcuni esponenti del governo con i boss del narcotraffico e i gruppi paramilitari, Galán fu assassinato il 18 agosto 1989 di fronte a una folla di 20.000 persone radunate per una manifestazione politica a Soacha, vicino Bogotá. Le presidenziali del ’90 furono vinte dal responsabile della sua campagna elettorale César Gaviria, segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) dal 1994 al 2004 e oggi capo del Partido Liberal.
[FB]
_______________________________



Copyright © MISNA

Riproduzione libera citando la fonte.

Inviare una copia come giustificativo a:

Redazione MISNA

Via Levico 14

00198 Roma

misna@misna.org

ESECUZIONI ARBITRARIE: FORZE DI SICUREZZA SOTTO ACCUSA




COLOMBIA 12/10/2007 1.33
_________________________________
Altro, Brief
_________________________________


Negli ultimi cinque anni l’esercito e le forze dell’ordine colombiani si sono resi responsabili di un “elevato numero” di esecuzioni extra-giudiziarie, in cui gran parte delle vittime è stata presentata ufficialmente come guerriglieri uccisi in combattimento: lo si legge in un documento stilato da una comitato internazionale di 12 osservatori di diversi paesi in collaborazione con una rete di organizzazioni colombiane a difesa dei diritti umani, presentato alla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh). “Abbiamo contato almeno 955 casi tra il 2002 e giugno del 2007. Si tratta di una pratica sistematica e generalizzata nei 32 dipartimenti del paese” ha detto di fronte alla corte Iliana Uribe di ‘Corporación Jurídica Libertad’ (Cjlib), tra gli estensori del documento. Lo studio pone peraltro l’accento sulla “reiterata inosservanza dello Stato colombiano ad appurare la verità dei fatti” e i tempi estremamente lunghi, tra i 3 e i 4 anni, delle indagini che favoriscono l’impunità dei responsabili. Sarebbe prassi comune, secondo Iliana Uribe, “la manipolazione o l’occultamento di prove subito dopo le esecuzioni...si arriva anche a mettere in mano alle vittime armi o uniformi”. Di fronte a un simile scenario, gli autori dello studio hanno chiesto che una missione della Cidh si rechi sul terreno per verificare le denunce e che l’organismo “offra protezione alle famiglie e ai testimoni”.

[FB]

_____________________________________

Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
Inviare una copia come giustificativo a:
Redazione MISNA
Via Levico 14
00198 Roma

martedì 2 ottobre 2007


Dal 12-14 ottobre 2007 si realizzerà a Treviso il IV Forum Internazionale Colombia Vive! il quale conterà con la partecipazione di rappresentanti di Comunità in Resistenza Civile e organizzazioni che difendono i diritti umani in Colombia, nonchè, di enti locali ed organizzazioni di Europa e Stati Uniti solidali con la lotta nonviolenta che per la difesa della vita, la dignità e il territorio portano avanti le Comunità di Pace Colombiane. ISCRIVITTI!

AGENDA DELLA DELEGAZIONE COLOMBIANA OTTOBRE 2007



Dall' 1 al 21 ottobre ci sarà in Italia una delegazione di rappresentati di comunità di pace colombiane che da anni fanno resistenza nonviolenta alla guerra e allo sfollamento forzato. Faranno parte della delegazione anche rappresentati di organizzazioni che difendono i diritti umani in Colombia. I nostri invitati parteciperanno all'Assemblea dell'Onu dei Popoli, la Marcia per la Pace Perugia-Assisi e il IV Forum Internazionale Colombia Vive!, che si terrà a Treviso dal 12 al 14 di ottobre.

La Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, ringrazia gli enti locale e le associazioni che hanno reso possibile la presenza in Italia di questi uomini e donne che in contesti decisamente ostili , tutti i giorni mettono a rischio la loro vita per difendere la vita, la dignità e i diritti fondamentali, contribuendo in modo concreto alla costruzione di un mondo diverso.