venerdì 30 novembre 2007

Esercito colombiano tortura bambino della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò



ESERCITO COLPISCE MEMBRI DELLA NOSTRA COMUNITÀ



"Sembra che dopo tutto la comunità aveva ragione" titola la rivista “Semana” in un articolo edito nella sua ultima uscita. Fa riferimento alle affermazioni che noi abbiamo sempre fatto sulla paternità e responsabilità dell'esercito nel massacro del 2005 nel quale furono assassinati Luis Eduardo Guerra con la sua famiglia e la famiglia di Alfonso Bolívar. C'è un capitano dell'esercito che è stato messo agli arresti. Questo è solo un piccolo filamento della realtà della terrificante alleanza tra militari e paramilitari, alleanza che continua ad essere vigente ed attiva nonostante tutto il circo della supposta smobilitazione. Ma l'arroganza di questo polipo di morte non conosce limiti e continua a funzionare: torturando, assassinando e minacciando nuovi massacri. Sappiamo anche che nonostante questa evidenza, i mezzi di informazione continueranno a mentire, coprendo le assurdità dello Stato e calunniando i membri della comunità perché osano denunciare la realtà che si vive sul campo. Per ciò, ancora una volta dobbiamo dare testimonianza di nuove azioni contro la comunità; questi fatti evidenziano la grave situazione che si stiamo vivendo nella zona e mettono a rischio la comunità ed i contadini. I fatti che consegniamo perché la storia li giudichi sono:

Venerdì 23 novembre alle 7 a.m. nella frazione Arenas Altas ( zona umanitaria n.d.t.) membri dell'esercito hanno fermato Efren Espinoza Goes, un bambino di 10 anni della nostra comunità. Lì, hanno cominciato colpirlo; per più di 15 minuti gli hanno dato pugni nella testa, ceffoni, lo hanno sbattuto al suolo, gli hanno detto che lo avrebbero ammazzato se non diceva dove stava la guerriglia, gli hanno passato un coltello tra le dita e gli hanno detto che gliele avrebbero tagliate affinché non tornasse a sparare e non potesse essere mai più un piccolo guerrigliero. Gli hanno detto che la prossima volta lo avrebbero ammazzato e lo lasciarono andare. Il bambino ora è molto provato dai colpi ricevuti; il suo viso e la sua testa sono infiammate dopo le torture ricevute dall'esercito.

Sabato 24 novembre alle 3 p.m. nella zona del Mariano, ubicata a quindici minuti da San José, membri dell'esercito hanno impedito a Fabio Graciano di entrare nella sua casa. Fabio è membro della nostra comunità ed è stato colpito e maltrattato dall’ esercito. Gli hanno detto che doveva dimenticarsi della sua casa e che doveva andare via della zona, altrimenti l'avrebbero assassinato.

Sabato 24 novembre verso le 5 p.m. paramilitari, con arma lunga e vestiti con mimetica, di stanza a Nuova Antioquia, hanno detto a cinque persone del La Esperanza e Playa Larga che dovevano abbandonare la zona perché in queste frazioni avrebbero realizzato un massacro, gli dissero che stavano parlando molto sul serio, che già a Nuova Antioquia avevano fatto quattro morti in 10 giorni e che con loro non si giocava. I paramilitari si muovono liberamente in mezzo alla polizia e l'esercito. In realtà i paramilitari hanno assassinato nell'ultima settimana un anziano, due donne ed un giovane dei quali si ignorano i nomi.

È evidente la perpetuazione di morte che porta avanti lo Stato con le sue azioni di tortura, arbitrio ed implementazione del paramilitarismo. Le torture contro un bambino della nostra comunità mostrano il suo degrado e la sua illegittimità.
Le minacce di un massacro dei paramilitari con l'appoggio della forza pubblica, contro gente della nostra comunità nella frazione La Esperanza, si fanno sempre di più evidenti.
Ci rivolgiamo alla solidarietà nazionale ed internazionale per esigere dallo stato la sospensione di queste azioni di tortura contro membri della nostra comunità, azioni che si configurano come crimini di lesa umanità.
Facciamo un appello per chiedere con forza che il massacro annunciato dai paramilitari, con l’appoggio della forza pubblica, non si realizzi. La comunità non farà un passo indietro, né retrocederà.
La tortura, la morte, le minacce non otterranno il nostro cedimento davanti agli assassini e alla loro logica di sterminio.
La comunità non se ne andrà da La Esperanza, al contrario continueremo nella difesa della nostra terra e perciò continuiamo ad organizzare il ritorno alla Zona Umanitaria di Mulatos, il prossimo 21 di febbraio di 2008.

COMUNITÀ DI PACE DI SAN JOSÉ DI APPARTATO
Novembre 26 di 2007


--
Comunità di Pace di San José di Apartadó
http://www.cdpsanjose.org

EL DIA DE LAS VELITAS


EL DIA DE LAS VELITAS
Una serata di solidarietà a sostegno delle comunità indigene dell'Amazonas


L’associazione ONLUS “El Vagon Libre” organizza per venerdì 7 dicembre a partire dalle ore 20 presso la sede dell’Università popolare dello Sport, in Via dei Pontefici 3 (zona Ara Pacis) una cena per la raccolta di fondi destinati a un incontro quadrinazionale che si terrà a febbraio 2008 tra Colombia, Ecuador, Peru e Brasile con lo scopo di rafforzare le relazioni tra i popoli indigeni dell'Amazzonia, legittimare i loro sistemi locali di governo e mantenere solido lo stato di diritto nelle comunità colpite dal conflitto armato interno.

L’appuntamento rientra nelle attività del CESV per festeggiare la giornata internazionale del volontariato
La serata EL DIA DE LAS VELITAS prende nome dalla festa delle candele che si celebra tradizionalmente in Colombia la notte del 7 dicembre. Per inaugurare il periodo natalizio, ogni città viene addobbata con candele che illuminano le strade per tutta la notte.

Con EL DÌA DE LAS VELITAS El Vagòn Libre, con il sostegno dell'Upter - Progetto Storie di mondi possibili e del CIPAX , intende dedicare una serata a sostegno delle comunità indigene dell'Amazonas.

I ricavi della cena di beneficenza e della festa saranno infatti destinati alla Fundaciòn ZIO-A'I, associazione con la quale El Vagon Libre collabora da tempo, che è impegnata nell'organizzazione dell'incontro quadrinazionale tra Colombia, Ecuador, Perù e Brasile iserito nel quadro di un programma a difesa dei diritti umani realizzato con il CISP - Sviluppo dei Popoli.

Per chi non potesse condividere questo momento di solidarietà e di allegria ma volesse ugualmente contribuire all'iniziativa, è pregato di inviare il suo contributo al C.C Postale 83585505 intestato a "EL VAGON LIBRE ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO" causale di versamento "Indigeni Amazzonia".


Per la cena è gradita la prenotazione alla mail s.battisti@elvagonlibre.org o al numero 335 400910.

Per ulteriori informazioni: tel. 06.68134943 (segreteria Università popolare dello Sport)

Per informazioni:
ufficio.stampa@elvagonlibre.org


PROGRAMMA


Ore 20.00 CENA MULTIETNICA (a prenotazione)
Deliziosi piatti tipici sudamericani

 
Ore 21.00 SPETTACOLO DI MAGIA
IZIMAGIC

 
Ore 21.30 PROIEZIONE DOCUMENTARIO
"COFANES- Planes de Vida", Fundaciòn ZIO-A'I, 2007


Ore 22.00 CONCERTO DI MUSICA LATINOAMERICANA
BUENA ONDA


Ore 23.00 DJ SET
DJ KID WATUSI (afrogypsy latin beat)
 

martedì 27 novembre 2007

FINANZIARIA , ARMI , POLITICA CHE VERGOGNA !

Napoli,16 novembre 2007

Rimango esterrefatto che la Sinistra Radicale ( la cosiddetta Cosa
Rossa ) abbia votato , il 12 novembre con il Pd e tutta la destra ,
per finanziare i CPT , le missioni militari e il riarmo del nostro
paese. Questo nel silenzio generale di tutta la stampa e i media, Ma
anche nel quasi totale silenzio del ³mondo della pace ³. Ero venuto a
conoscenza di tutto questo poche ore prima del voto. Ho lanciato
subito un appello in internet : era già troppo tardi. La ³frittata ³
era già fatta .Ne sono rimasto talmente male,da non avere neanche
voglia di riprendere la penna.Oggi sento che devo esternare la mia
delusione, la mia rabbia.Delusione profonda verso la Sinistra Critica
che in piazza chiede la chiusura dei ³lager per gli immigrati ³,
parla contro le guerre e l¹ imperialismo e poi vota con la destra per
rifinanziarli. E sono fior di quattrini ! Non ne troviamo per la
scuola , per i servizi sociali , ma per le armi SI¹ !

E tanti !! Infatti la Difesa per il 2008 avrà a disposizione 23,5
miliardi di euro : un aumento di risorse dell¹11 % rispetto alla
finanziaria del 2007 ,che già aveva aumentato il bilancio militare
del 12 %. Il governo Prodi in due anni ha già aumentato le spese
militari del 23 % !!

Ancora più grave per me è il fatto dei soldi investiti in armi
pesanti.

Due esempi sono gli F35 e le fregate FREMM. Gli F35 ( i cosiddetti
Joint Strike Fighter )

Sono i nuovi aerei da combattimento ( costano circa 110 milioni di
Euro cadauno ).

Il sottosegretario alla Difesa Forcieri ne aveva sottoscritto , a
Washington , lo scorso febbraio , il protocollo di intesa.

In Senato , alcuni ( solo 33 ) hanno votato a favore dell¹
emendamento Turigliatto contro il finanziamento degli Eurofighters,
ma subito dopo hanno tutti votato a favore dell¹ articolo 31 che
prevede anche il finanziamento ai satelliti spia militari e le
fregate da combattimento FREMM.

Per gli Eurofighters sono stati stanziati 318 milioni di Euro per il
2008, 468 per il 2009 , 918 milioni per il 2010 , 1.100 milioni per
ciascuno degli anni 2011 e 2012!

Altrettanto è avvenuto per le fregate FREMM e per i satelliti spia.

E¹ grave che la Sinistra ,anche la Critica , abbia votato
massicciamente per tutto questo, con la sola eccezione di Turigliatto
e Rossi, e altri due astenuti o favorevoli.

Purtroppo il voto non è stato registrato nominativamente! Noi
vogliamo sapere come ogni senatore vota!

Tutto questo è di una gravità estrema!

Il nostro paese entra così nella grande corsa al riarmo che ci
porterà dritti all¹attacco all¹ Iran e alla guerra atomica .

Trovo gravissimo il silenzio della stampa su tutto questo : una
stampa sempre più appiattita !

Ma ancora più grave è il nostro silenzio : il mondo della pace che
dorme sonni tranquilli.

E¹ questo silenzio assordante che mi fa male .

Dobbiamo reagire , protestare ,urlare!

Il nostro silenzio , il silenzio del movimento per la pace significa
la morte di milioni di persone e dello stesso pianeta.

La nostra è follia collettiva , pazzia eretta a Sistema .E¹ il
trionfo di ³O .Sistema².

Dobbiamo riunire i nostri fili per legare il Gigante, l¹ Impero del
denaro.

Come cittadini attivi non violenti dobbiamo formare la nuova rete per
dire No a questo Sistema di Morte e un Sì perché vinca la Vita.

Alex Zanotelli

venerdì 23 novembre 2007

Arrestato un militare per massacro di San Josè de Apartadò




Notizia di oggi 22 di novembre di 2007

Evidenzie segnalano un ufficiale dell'Esercito nei massacri
Bogotà

Per la sua presunta responsabilità in due massacri, quello di San José de Apartadó, Antioquia e La Resbalosa, Cordoba, il capitano dell'Esercito Guillermo Armando Gordillo è stato fermato dalla Procura che lo ha accusato di essere coautore del delitto di omicidio di persone sotto protezione, di associazione a delinquere e di terrorismo.

I massacri sono stati perpetrati nel febbraio 2005 e l'investigazione che ha coinvolto Gordillo si è realizzata all’interno dell' investigazione che si è avviata all'inizio di questo anno, quando la Procura decise di vincolare di una ventina di soldati in esercizio attivo specificatamente per i fatti di San José di Apartadó.

Quello che ha potuto comprovare un pubblico Ministero dell'unità di Diritti Umani fino al momento è che il capitano Gordillo, come maggiore della compagnia antinsurgente Bolivar del Battaglione Vélez, ascritto alla XVII Brigata dell'Esercito, si avvalse di paramilitari come guida in una operazione militare chiamata Fenix che cercava di fermare alcune formazioni guerrigliere.
Coloro che furono utilizzati come guida dalle truppe regolari erano paramilitari dei blocco Heroes de Tolobá delle Autodefensas che durante lo svolgimento di questa operazione hanno segnalato vari civili, tra questi due minorenni , di essere fiancheggiatori della guerriglia.

Le vittime


I fatti che compromettono direttamente il capitano Guillermo Armando Gordillo si verificarono il 21 febbraio 2005 nella frazione Mulatos Medio, corregimento di San José di Apartadó, Antioquia, e nella frazione Resbalosa, municipio di Tierralta. Cinque adulti e tre bambini furono assassinati.

Nel corregimiento Mulatos medio persero la vita Luis Eduardo Guerra Guerra, la sua compagna Beyanira Areiza, e suo figlio Deyaner Andrés Guerra Tuberquía. Alla Resbalosa uccisero Alfonso Bolívar Tuberquía Graciano, sua moglie Sandra Milena Muñoz Pozo, ed i suoi figli Natalia e Santiago, come il signore Alejandro Pérez.

Attualmente l'ufficiale sotto processo è agli arresti in una guarnigione militare.

Con l'agenzia Colprensa

mercoledì 21 novembre 2007

PARLANDO CATATUMBO STORIE DI ORDINARIA COMUNICAZIONE


PARLANDO CATATUMBO STORIE DI ORDINARIA COMUNICAZIONE




Nella parte bassa del Catatumbo, nel dipartimento del Nord di Santander, nasce Catatumbo Habla: un piccolo giornale, autoprodotto e indipendente, realizzato dalle comunità contadine della zona. Raccoglie articoli sulla tragica situazione di repressione da parte dell’esercito nazionale che quotidianamente subisce la popolazione civile. Ci sono racconti che recuperano la memoria storica della regione. La memoria delle fatiche dei contadini per insediarsi tra la selva rigogliosa, la memoria tragica delle violenze paramilitari che hanno spopolato la regione, la memoria del lento ritorno difficile e triste. Tutto ciò si sta lentamente perdendo, dimenticando. Perché fa male ricordare la tragedia e i lutti, ma soprattutto perché allo stato, colpevole, conviene nascondere e nascondersi: quando la storia verrà seppellita nell’oblio, tutto continuerà nell’impunità, ricominciando magari con nuove ondate di violenza, strappando queste terre così ricche a chi ci sta vivendo. Ma tra le comunità contadine cresce la consapevolezza di quanto sia importante conoscere e diffondere la memoria storica per poter costruire un futuro differente.


Con disegni, articoli, reportage, Catatumbo Habla vuole essere una voce dei e per i contadini: un progetto indipendente, finanziato e sostenuto dalle comunità stanche di subire la comunicazione. In questa regione del Catatumbo non arrivano giornali e sono pochi i contadini che hanno avuto la fortuna di leggerne uno. Dato che nei villaggi non c’è la corrente elettrica, nessuno guarda la televisione se non per vedere qualche film accendendo il generatore per poche ore. Inoltre il segnale televisivo dei canali colombiani si riceve molto male.

giovedì 15 novembre 2007

Marcia della memoria, Comunità di Pace di San Josè de Apartadò





La marcia è divenuta realtà


Il 9 novembre abbiamo realizzato la marcia per la vita: in quell’occasione abbiamo espresso la nostra solidarietà a tutte le manifestazioni di ricerca della pace delle comunità civili. Abbiamo cominciato la marcia verso le dieci del mattino. Da San Josesito fino ad Apartadó i membri della comunità insieme a quella indigena de Las Playas abbiamo cominciato, passo dopo passo, a commemorare i nostri compagni assassinati quest’anno.


Giunti ad Apartadò, ci siamo recati nei luoghi dove Francisco ed Héctor sono stati assassinati per mano dei paramilitari e in ognuno di essi abbiamo lasciato una croce e dei mazzolini di fiori. Nella stazione degli autobus alcuni civili hanno cominciato a scattare fotografie e filmare coloro che avevano preso parte alla marcia. Dopo avergli chiesto chi fossero, questi si sono presentati come agenti della polizia spiegando che stavano compiendo, secondo loro, azioni di intelligence e sicurezza e sottolineando il continuo assedio della forza pubblica contro la comunità.


Siamo usciti dalla stazione in direzione alla uscita del paese, nel luogo dove è stato assassinato Dairo per mano dei paramilitari e della polizia, lasciandovi una croce e dei fiori. Nello stesso luogo abbiamo realizzato un atto commemorativo in memoria di Jesús assassinato dall’esercito.
Diverse organizzazioni internazionali ci hanno accompagnato in questa marcia per la vita, per dire alla morte che non potrà mai annientarci e, a coloro che seminano morte, che un giorno saranno giudicati dall’umanità. Allo stesso tempo, molte persone in diverse parti del mondo ci hanno espresso la loro solidarietà realizzando marce per la vita. A questi va tutta la nostra gratitudine: sappiamo che il loro sostegno permetterà che le azioni per la pace delle comunità civili potranno essere un giorno rispettate.


Questo momento di memoria ci spinge a portare avanti i principi per cui i nostri compagni assassinati hanno vissuto e per questo ora, a tre anni dal massacro di otto persone per mano dell’esercito e dallo sfollamento di tutta la gente, il nostro obiettivo è quello di ritornare a Mulatos il 21 febbraio 2008.


Rinnoviamo la nostra gratitudine per il sostegno ricevuto e per la marcia per la memoria delle vittime, affinché la giustizia diventi realtà nel nostro Paese che vive momenti di oscurità causati dall’impero paramilitare.


COMUNIDAD DE PAZ DE SAN JOSE DE APARTADO
Novembre 13 de 2007




mercoledì 14 novembre 2007

Occupata la Sede della Telecom di Roma









13 novembre 2007


In segno di solidarietà al popolo boliviano, in seguito alla richiesta della Telecom di istruire una causa contro il Governo di Evo Morales davanti al CIADI – Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie relative agli Investimenti, interno alla Banca Mondiale – alcuni rappresentanti dei movimenti sociali italiani hanno occupato questa mattina, martedì 13 novembre, la sede centrale romana della Telecom, in Corso d'Italia.

L'azione ha come finalità ottenere che la Telecom rinunci immediatamente alla domanda di arbitraggio, rispettando la volontà sovrana del Governo boliviano, che ha legittimamente disconosciuto il CIADI sottraendosi alla sua giurisdizione nel maggio scorso.
Telecom Italia, attraverso la controllata Euro Telecom International, ha presentato una denuncia al CIADI contro la Bolivia per i rischi degli investimenti di Telecom nel Paese causati dalle politiche sociali e economiche del governo Morales. Il CIADI ha annunciato pochi giorni fa di voler procedere nella causa.

La decisione arriva nonostante il governo boliviano abbia legittimamente disconosciuto l'organismo nel maggio scorso, accusandolo di essere un foro di disuguaglianza sempre schierato a favore delle multinazionale a danno dei popoli dei Paesi economicamente più deboli.

lunedì 12 novembre 2007

Comunicato di solidarietà per Vicenza

Il MIR-Movimento internazionale della Riconciliazione, ricordando il proprio impegno per una politica estera di pace e di dialogo tra i popoli, a cui la scelta che sottende l'ampliamento della base di Vicenza è opposta,

*sostiene ogni azione nonviolenta tesa a sollecitare la riflessione e la decisione su questioni che interessano la sicurezza ed il benessere collettivo;

*ribadisce che nel rispetto della Costituzione lo stato italiano non può consentire apparati e strutture militari che non siano meramente difensive;

*ricorda come la presenza nel territorio italiano di armi nucleari sia in aperto contrasto oltre che con la Costituzione anche col Trattato di non proliferazione nuclere cui l'Ialia ha aderito;

*reputa fondamentale per l'italia la rivendicazione dei diritti inerenti la sovranità nazionale e di adempiere agli obblighi assunti a norma del diritto internazionale;

*ritiene argomento di valore nazionale l'ampliamento dellabase militare di Vicenza "Dal Molin" e la posizione che adessa si oppone delle persone che da mesi si riuniscono nel presidio permanente "No Dal Molin";

*vive con crescente preoccupazione le notizie inerenti le vicissitudini attorno alla nuova mobilitazione del 6 novembre scorso con pesante bilancio sulla salute edintegrità dei resisitenti nonviolenti coinvolti;

*esprime solidarietà alle vittime dei recenti avvenimenti e di tutti coloro che sostengono la costante lotta per l'affermazione di modalità altre per la gestione deiconflitti all'interno della nostra società;

*si impegna a sostenere ulteriori azioni nonviolente che la società civile di Vicenza vorrà attuare a favore del riconoscimento del diritto alla mobilitazione e dall'espressione del dissenso.

L'Ufficio stampa MIR

domenica 11 novembre 2007

UNA SERATA PER RICORDARE BIAGI




UNA SERATA PER RICORDARE BIAGI


Caro Enzo, noi ti ricordiamo così. Il 3 dicembre al Quirino di Roma


di Redazione


L’editto bulgaro c’è stato, nonostante le smentite di Berlusconi. Con filmati e testimonianze ne hanno discusso oggi alla sala stampa della Camera dei deputati Vincenzo Vita, Nicola Tranfaglia, Antonello Falomi , Paolo Serventi longhi , Enzo Carra, Domenico D’Amati, Nino Criscenti e Vittorio Emiliani.” Cogliamo questa occasione – afferma Vincenzo Vita – per lanciare una grande serata per ricordare Enzo Biagi . Organizzata da Articolo21, comune di Roma, Provincia di Roma, Regione Lazio, il tre dicembre al teatro Quirino. Amici, attori, giornalisti ricorderanno Enzo Biagi , saranno proiettati stralci delle sue più significative interviste, saranno letti alcuni dei suoi articoli e passi dei libri da lui scritti”.


Nel corso della serata saranno consegnati ai familiari di Enzo Biagi tutti i messaggi raccolti da Artiicolo21 . La serata sarà coordinata da Loris Mazzetti e Giuseppe Giulietti. Sarà anche quella l’occasione per lanciare la Fondazione dedicata a Enzo Biagi.


“Dalla Rai, afferma Giuseppe Giulietti, azienda alla quale ha dato tanto ci attendiamo che voglia riproporre agli italiani una storia del Novecento attraverso i più bei servizi e interviste realizzati da Enzo Biagi e dalla sua squadra. Un ringraziamento infine al ministro Fabio Mussi che ha positivamente risposto all’appello di dar vita , d’intesa con l’Università di Modena e di Reggio Emilia ad una Fondazione che raccolga l’immenso materiale prodotto da Enzo Biagi e lo metta a disposizione di tutti gli studenti e di tutti i cittadini che vorranno continuare a conoscere e ad amare il lavoro di uno dei più grandi maestri del giornalismo contemporaneo".


Adesione alla Fondazione nel corso della conferenza stampa è arrivata anche dalla FNSI attraverso il segretario Paolo Serventi Longhi.

08/11/2007


Fonte:


venerdì 9 novembre 2007

Aggressione all'attivista indiana MEDHA PAKTAR





Aggressione all'attivista indiana MEDHA PAKTAR

FERMATA e AGGREDITA MENTRE SI RECAVA A NANDIGRAM


08/11/2007




L'attivista indiana Medha Patkar, ospite di A Sud a Roma pochi giorni fa per l'inaugurazione del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali e per parlare del caso Tata-Fiat in Singur, è stata aggredita questa mattina dai militanti del CPI(M) - Partito Comunista Marxista Indiano a Kapaseberia, nel distretto dell' East Midnapore, lungo la strada per Nandigram.

Dopo l'aggressione l'attivista ha testimoniato che “c'erano uomini del CPI(M) che portavano bandiere rosse. Hanno bloccato la mia macchina e altri veicoli che andavano con me a Nandigram. Mi hanno ferito al viso. Hanno provato a tirarmi i capelli per trascinarmi fuori dalla macchina.” In seguito all'avvenimento Medha Paktar e gli altri attivisti che erano con lei hanno incrociato le gambe sedendosi per terra in segno di protesta contro l'attacco.

Sono passati tre giorni dall'inizio degli scontri a Nandigram e la tensione non accenna a placarsi. Secondo il gruppo anti-SEZ (Special Economic Zones) coinvolto negli scontri, la guerra tra CPI-M e i lavoratori del Trinamool ha causato fino ad oggi 5 morti, dozzine di feriti e lasciato migliaia di persone senza casa. Tutte le strade della città sono ora bloccate.

mercoledì 7 novembre 2007

DOCUMENTO CONCLUSIVO 4° FORUM INTERNAZIONALE COLOMBIA VIVE!




4° Forum Internazionale la "Colombia" Vive!

Quando lo Stato non garantisce la giustizia
Treviso 12, 13, 14 ottobre di 2007

Dal 12 al 14 ottobre 2007, si è realizzato nella città di Treviso (Italia) il 4° Forum Internazionale Colombia Vive! che ha avuto due obiettivi principali:

- l’analisi dell'attuale congiuntura colombiana nella cornice della persistente violazione dei diritti umani, dell'impunità, della "smobilitazione" paramilitare e della crescente relazione mafiosa tra Italia e Colombia;

- la riflessione sulle Zone umanitarie ed i processi di autodeterminazione che, per la protezione della popolazione civile che vive in mezzo al conflitto armato, sono state realizzate dalle comunità indigene, contadine ed afrodiscendenti che resistono in maniera nonviolenta alla guerra e allo sfollamento forzato.

Il Forum è stato organizzato dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, e hanno partecipato Comuni, istituzioni e associazioni di Inghilterra, Spagna, Belgio, Austria, Francia, Italia e Stati Uniti, nonchè, rappresentanti di comunità in resistenza civile e organizzazioni difensori dei diritti umani colombiane.

Presentiamo a continuazione il documento conclusivo dell'evento (In Italiano)
.
Versione in spagnolo
Versione in inglese

lunedì 5 novembre 2007

Liberate la pace





Myanmar - 02.11.2007

Myanmar, Liberate la pace

Per sabato atteso rientro dell'inviato speciale Onu I. Gambari. e il regime libera 46 dissidenti.

Il governo militare al comando con la forza in Birmania ha liberato venerdì 2 novembre 46 dissidenti, in gran parte del partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia, di Aung San Suu Kii. Per la premio Nobel per la pace 1991 confermati invece gli arresti domiciliari.

Bis di Gambari Le liberazioni sembrano strumentali all'arrivo previsto per sabato 3 novembre a Rangun dell'emissario speciale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari, un ex generale nigeriano. Sette giorni or sono, la giunta dittatoriale aveva proceduto ad altri 70 rilasci, dei quali 50 per membri della Lega democratica. Nel comtmpo, sono stati ormai definitivamente preclusi gli accessi internet ai maggiori siti di comunicazione internazionale, attraverso i quali i dimostranti erano riusciti a far filtrare verso il mondo immagini della brutale repressione dei moti di piazza, attuati dal regime dal 26 settembre per una intera settimana.

giovedì 1 novembre 2007

Lettera al governo colombiano in risposta alle denunce di gravi minacce contro la Comunità di Pace di San Josè de Apartadò




Narni, 31 de octubre de 2007


Doctor
FRANCISCO SANTOS
Vicepresidente de Colombia
Bogotà


Respetuoso saludo.

Continùan los abusos y amenazas contra los miembros de la Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò. En las ùltimas dos semanas se han registrado hechos graves que ponen en alto riesgo la integnidad fisica de las familias que componen esta comunidad campesina y de los demàs habitantes de la zona.
Los dìas 15, 16 y 17 de octubre en las veredas La Uniòn y Arenas Altas, unidades del ejèrcito senalaron como guerrilleros a integrantes de la Comunidad de Paz y anunciaron la realizaciòn de nuevas masacres para terminar con esta experiencia de resistencia civil a la guerra. Ademàs, lanzaron acusaciones contra los acompanantes internacionales y robaron aves de corral y otros productos indispensables para la alimentaciòn de estas familias.

De igual modo, se han presentado preocupantes amenazas provenientes de grupos paramilitares que libremente operan en la zona de Nueva Antioquia (a tan sòlo dos horas de la zona humanitaria de La Esperanza). El 26 de octubre, en el casco urbano de este municipio y en medio de una fuerte presencia militar y policial, un paramilitar vinculado a las “Aguilas Negras”, dotado de arma corta y radio de comunicariones, amenazò de muerte a una campesina de la Comunidad de Paz, conminandola a reportarse semanalmente y a no denunciar estos hechos.
El 27 de octubre los paramilitares enviaron con campesinos de la vereda Playa Larga (cercana a La Esperanza) òrdenes perentorias de desalojo del territorio, dirigidas a las familias de diferentes veredas que pueblan aquella àrea.

Como puede ver senor Vicepresidente, se mantiene en la zona de Apartadò y Nueva Antioquia una preocupante actividad criminal de los paramiliates que indisturbadamente siguen violando los derechos humanos e imponiendo el desplazamiento forzado. Asì mismo, es sumamente grave la actitud de amenaza e intimidaciòn de los militares contra la Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò, los anuncios de nuevas masacres traen a la memoria antecedentes tràgicos como la masacre de ocho personas el 21 de febrero de 2005, en la que fue salvajemente asesinado Luis Eduardo Guerra, a quien usted bien conociò por haberse desempenado como interlocutor de la Comunidad de Paz con la Vicepresidencia de la Repùblica. A propòsito de este crimen, quisieramos solicitarle comedidamente que nos infome el estado de la investigaciòn abierta por la justicia colombiana que ha implicado a 69 militares de la Brigada XVII.

Agradecemos su atenciòn y le pedimos que intervenga para evitar la materializaciòn de las amenazas antes relacionadas.

Atentamente,

ANDREA PROIETTI
Presidente Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
__________________________________________________________________________________
Nota: esta carta ha sido enviada en copia a las principales autoridades responsables de los derechos humanos en Colombia y de las relaciones diplomàticas entre Colombia e Italia