sabato 31 maggio 2008

Indígenas asesinados por el Ejército: Solidaridad desde Italia



Narni, 31 de mayo de 2008

Doctor
FRANCISCO SANTOS
Vicepresidente de Colombia
Carrera 8 n.7-26 – Palacio de Nariño
Bogotà, Colombia


Respetuoso saludo.

El pasado 23 de mayo hemos enviado al señor Vicepresidente una carta expresando nuestra preocupaciòn por el aumento de las amenazas y de las agresiones de diverso tipo contra las Comunidades Indìgenas del Norte del Cauca. Ahora recibimos con profunda tristeza la noticia del asesinato, por parte de unidades del Ejèrcito colombiano, de dos jòvenes comuneros indìgenas pertenecientes al Cabildo de Tacueyò, en hechos sucedidos el dìa 29 de mayo anterior. Los dos jòvenes indìgenas, intentaron resguardarse en una casa, a raìz de los fuertes combates que en ese momento se libraban entre guerrilla y ejèrcito en inmediadiones de “La Cominera”, resguardo de Corinto. Momentos despuès, miembros del Ejèrcito, que segùn la denuncia, podrìan estar adscritos a los Batallones Codazzi o Pichincha, entraron a la vivienda y dispararon contra los dos civiles, los cuales no portaban armas ni estaban involucrados en los combates. Despuès de la fuga de los autores materiales del crimen, llegaron otros militares y miembros del DAS, que fueron rodeados por la comunidad indìgena para evitar una eventual alteraciòn de las pruebas que pudiera afectar la investigaciòn que de esta ejecuciòn extrajudicial deberà realizar la justicia colombiana (antecedentes como la modificaciòn de pruebas por parte de miembros del Ejército en la masacre del 21 de Febrero de 2005 en la Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò, hacen que las comunidades esten prevenidas en este aspecto).

Solicitamos respetuosamente al señor Vicepresidente, intervenir para que se investiguen los hechos antes denunciados y se identifique y procese a sus responsables. De igual modo, hacemos un llamado a todos los actores armados protagonistas del conflicto nacional para que respeten los territorios, la autonomia y los planes de vida de las comunidades indìgenas colombianas y en particular modo de las comunidades indìgenas del norte del Cauca.

Finalmente, expresamos nuestra solidaridad a las familias de las vìctimas, al Cabildo Indígena de Corinto, a la Asociación de Cabildos Indígenas del Norte del Cauca y al Consejo Regional Indìgena del Cauca.


Estamos seguros de que el señor Vicepresidente harà todo lo necesario por que se sepa la verdad de lo ocurridoy se aplique la ley.


Agradecemos su amable atenciòn.

Atentamente,

Dr. Andrea Proietti
Presidente di Colombia Vive!

Con copia a:

· Director Programa Presidencial de DD.HH. y DIH, Dr. Carlos Franco Echevarria
· Fiscal General de la Nación, Dr. Mario Iguarán
· Procurador General de la Naciòn , Dr. Edgardo Josè Maya Villazòn
· Defensor Nacional del Pueblo, Dr. Volmar Antonio Pèrez Ortiz
· Embajada de Colombia en Roma , S.E. Embajador Dr. Sabas Pretelt de la Vega
· Embajada Italiana en Bogotà, S.E. Embajador Dr. Antonio Tarelli
· Jefe de la Delegacion de la Comision Europea para Colombia y Ecuador, Dr.
Fernando Cardesa Garcia.
· Representante para Colombia del Alto Comisario ONU por los Derechos Humanos Sr. Juan Pablo
Corlazzoli.
__________________________________
Sede Legale
Comune di Narni – Ufficio per la Pace – Piazza dei Priori 1 – 05035 Narni
Tel 0039 0744 747269 anche fax
reteitalianadisolidarieta@gmail.com

venerdì 30 maggio 2008

Li ha uccisi l’Esercito



30 maggio 2008 Fonte: ACIN Autore: le Autorità

Amparo di 23 anni di età e Silvio Chaguendo Ipia di 27 anni, due fratelli dell’etnia indigena Nasa, cittadini del Municipio di Tacueyò, stavano correndo a mettersi al riparo in una abitazione durante gli scontri tra la guerriglia e l’esercito che avvenivano ieri 29 maggio intorno a mezzogiorno nei dintorni de “La Cominera”. Secondo molti testimoni della comunità, alcuni soldati dell’Esercito Nazionale ascritti ai Battaglioni Codazzi o Pichincha, ordinarono a una donna e a sua figlia di aprire la porta della loro abitazione, entrarono e fucilarono i due ragazzi.

Secondo le Autorità del Municipio Indigeno di Corinto, Silvio presentava un foro di proiettile nell’orbita dell’occhio sinistro e Amparo un foro nella zona parietale sinistra. I soldati fuggirono correndo via dalla casa dopo aver commesso il crimine. Amparo e Sivio erano dei civili. Non avevano con loro armi e non erano coinvolti negli scontri. Da qui l’indignazione della comunità che immediatamente circondò la casa per impedire che agenti del DAS (polizia politica colombiana) ed effettivi dell’Esercito che arrivarono subito sul posto, potessero alterare l’evidenza dei fatti o portare via i cadaveri.
Le autorità indigene del “Cabildo” di Corinto arrivarono sul posto alle ore 15,00 e si occuparono di far trasportare i corpi dei ragazzi negli Uffici del “Cabildo” per officiare la veglia notturna in attesa dell’autopsia che sarà effettuata dal Medico Legale nelle prime ore del giorno successivo.
Autorità del CRIC (Consiglio Regionale Indigeno del Cauca) e della ACIN (Associazione di Cabildi Indigeni del Nord del Cauca), arrivarono in appoggio alle comunità ed autorità locali per verificare quanto accaduto e per fare tutto il possibile affinché inizi subito un’indagine che faccia luce sull’atrocità del fatto. A notte inoltrata autorità del CRIC e della ACIN hanno provveduto a darne comunicazione tramite i mass media, al fine di far conoscere la verità e sostenere le testimonianze raccolte e fornite da chi era presente.

Esprimiamo le nostre sincere e sentite condoglianze ai familiari di Amparo e Silvio e le estendiamo agli amici e a chi fu testimone di questi avvenimenti terribili. Nessuno darà di nuovo la vita a queste nuove vittime del conflitto, ma bisognerà almeno che sia scoperta la verità. I militari responsabili devono essere giudicati e assumere le proprie responsabilità secondo il loro livello di coinvolgimento e grado di comando che rivestono. Ripudiamo e rifiutiamo ancora una volta questa ignobile guerra contro i nostri popoli.

Che tacciano le armi e si rispettino i popoli, le nostre terre, la vita, i nostri saperi ancestrali!

Cabildo Indígena de Corinto
Asociación de Cabildos Indígenas del Norte del Cauca –ACIN, Cxab Wala Kiwe-
Consejo Regional Indígena del Cauca 'CRIC-
Mayo 29 de 2008, 23:30 horas.
Tejido de Comunicación y Relaciones Externas para la Verdad y la Vida
Asociación de Cabildos Indígenas del Norte del Cauca - ACIN
Telefax: 0928 - 290958 - 293999Email: acincauca@yahoo.es Web: www.nasaacin.org
Santander de Quilichao Cauca –Colombia

RIMANIAMO SALDI NEI NOSTRI PRINCIPI DI DIGNITA'




Nelle ultime settimane e anche negli ultimi giorni ci sono arrivati diversi inviti da parte della forza pubblica per realizzare delle riunioni sul tema della sicurezza della nostra comunità, mentre, parallelamente, il giorno 25 maggio, a San José, il governo dichiarava che la comunità è ormai ridotta a sole 20 famiglie ed è finita, e la invitava ad adeguarsi alla logica di Uraba', dimostrando così un assoluto disprezzo nei confronti della realtà, del terrore e delle morti che abbiamo patito in questi anni.

Le dichiarazioni dei tre paramilitari, di Don Berna e del capitano Gordillo hanno confermato la nostra verità, e cioè che è stato l'esercito insieme ai paramilitari l'esecutore del massacro del 21 febbraio 2005. Ma la logica paramilitare che emana da questo governo sta cercando di mettere a tacere la verità dichiarata da questi carnefici e di occultare la morte e il terrore che imperano nel nostro Paese proprio a causa di detta logica.

Noi non ci siamo stupiti per il silenzio che si vuole imporre alla verità, poichè questo silenzio è stata una costante in questi ultimi dodici anni, unito all'impunità per i responsabili di più di 174 morti e per più di 650 violazioni dei diritti umani nella nostra comunità, alle azioni di morte che imperano in Uruba' insieme alla paramilitarizzazione di tutti gli aspetti del vivere quotidiano.

Il cinismo di un governo di forza pubblica non ha limiti, poichè mentre parlano di sicurezza della comunità, contemporaneamente cercano in diversi modi di farla finita con noi, ci imbastiscono montature giudiziarie, ci calunniano, ci minacciano, mentre i paramilitari agiscono apertamente insieme alla forza pubblica e gli investimenti sociali sono usati come armi per dividerci. Per anni abbiamo denunciato pubblicamente tutto questo ma la realtà continua a essere la stessa, e i paramilitari con l'esercito e la polizia sono quelli che ci impongono l' "ordine" del terrore.

Nueva Antioquia è un chiaro riflesso della condizione di vita paramilitare che vive il nostro Paese, visto che lì sono i paramilitari quelli che regolano l'alimentazione, decidono chi può vivere nella zona, soluzionano a loro modo i conflitti sociali, controllano l'economia, seminano la coca, si impadroniscono delle terre. Loro stessi con una parola lo spiegano bene: “noi siamo lo Stato”, e questo è vero, visto che tutte le istituzioni sono al loro servizio, la forza pubblica li difende e condivide la loro logica assassina.

E' da mesi che rendiamo nota questa realtà, e malgrado ciò tutto continua nello stesso modo a Los Mandarinos, nei quartieri di Apartado', a San José; vorrebbero mostrare pubblicamente un'attitudine di rispetto nei confronti della vita mentre la realtà è completamente diversa, è una realtà di morte per la quale è necessario proprio quell'ordine paramilitare.

Davanti a tutte queste falsità manteniamo salde le nostre convinzioni, rimaniamo testardamente dalla parte della vita, della terra, del vivere civile e continuiamo a cercare la realizzazione di una pace vera, di una giustizia vera. Per questo rimaniamo fermi nei nostri principi di neutralità nei confronti degli attori armati del Paese, nel volere i ritorni e nel non cedere il minimo spazio agli assassini e ai seminatori di morte. E' per questo che non possiamo unirci a loro, è una scelta etica e un'esigenza universale, poichè accettare l'impunità e la logica dei carnefici significherebbe negare la dignità delle vittime.

Noi riproponiamo l'idea di tornare alla concertazione delle misure provvisorie della Corte Interamericana con il governo, che furono interrotte unilateralmente proprio dal governo, ma poichè questo possa avvenire è necessario che il governo ristabilisca un'attitudine di fiducia dopo le tante azioni di morte che ha realizzato, e sarebbe necessario che rettificasse le segnalazioni che ha fatto contro la comunità, che fossero rispettate le zone umanitarie, che si facesse una seria valutazione del perchè la giustizia non ha funzionato, oltre naturalmente all'eliminazione della presenza della forza pubblica negli spazi in cui vive la popolazone civile della zona.

Sappiamo che la Storia continuerà a darci ragione, che la falsità e il cinismo dei carnefici andrà cedendo giorno dopo giorno così come è già accaduto, le loro bugie e il loro agire da assassini saranno giudicati dall'umanità e questo Paese vittima del paramilitarismo non potrà ignorare la dignità e la verità delle vittime.

Comunità di Pace di San José de Apartado
27 maggio 2008

Comunidad de Paz de San josè de Apartado'
http://www.cdpsanjose.org

martedì 27 maggio 2008

Ciclo di incontri con rappresentanti dei movimenti indigeni e sociali latinoamericani

ASUD INFORMA

COSTRUENDO ALTERNATIVE

Dopo la Cumbre de los Pueblos di Lima, conclusasi con la grande mobilitazione dei movimenti sociali e con il fallimento delle politiche commerciali che la UE voleva imporre ai paesi della regione Andina, dal 28 maggio al 6 giugno saranno in Italia alcuni rappresentanti dei movimenti sociali e indigeni latinoamericani per una serie di iniziative pubbliche in varie città italiane.
Il ciclo di incontri - organizzato dall'associazione A Sud - partirà da Roma per toccare Napoli, Milano, Trieste ed avrà come obiettivi: denunciare, insieme ai protagonisti dei movimenti sociali latinoamericani, l'impatto che gli accordi commerciali hanno sulla vita dei popoli e sulle risorse naturali dell'Unione Europea e dell'America Latina; continuare a costruire alleanze, cooperazione e relazioni tra movimenti, società civile e istituzioni locali; discutere - assieme alla società civile e alle amministrazioni italiane - dei cambiamenti in atto in America latina e nel mondo, e del contributo dei movimenti sociali e indigeni latinoamericani alla risoluzione dei conflitti sociali e ambientali del pianeta.
Un forte accento sarà dato alla drammatica situazione che vive la Colombia, da decenni teatro di una violenta guerra a bassa intensità, alla sistematica repressione subita dai leader sindacali, sociali, indigeni, afrodiscendenti etc. ed alle proposte che i movimenti sociali colombiani stanno portando avanti per difendere i diritti umani (in particolare la libertà di opinione e di associazione) e per cercare una soluzione collettiva di pace che vada oltre la smobilitazione armata.

La delegazione sarà composta da:
- Luis Evelis Andrade Casama, Presidente e Consejero Mayor della Autorità Nazionale Indigena della Colombia – ONIC
- Miguel Palacin Quispe, Coordinatore Generale del Coordinamento Andino delle Organizzazioni Indigene – CAOI
- Gloria Amparo Suárez, Portavoce Organización Femenina Popular, Colombia
- Omar Fernández Obregón, Religioso francescano, poeta, rappresentante del Movimento dei Cristiani per la Pace con Giustizia e Dignità, fondatore della Coalizione dei Movimenti e delle Organizzazioni Sociali Colombiane – COMOSOC
- Nelly Celorio Parameno, Movimiento Afrodiciendentes Huellas Africanas, Colombia
- Higinio Obispo González, Leader indigeno del popolo Eperara e co-fondatore del COMOSOC
- Gilberto Luis Martínez Guevara, Leader sindacale, componente della Giunta Nazionale della Centrale Unitaria dei Lavoratori CUT – Colombia

per partecipare, per informazioni e contatti: http://www.asud.net/Iniziative/iniziativa.php?in=130&lang=0
saravegni@asud.net
+39 339 1932618

Per informazioni o contatti con l'Associazione Asud
Para informaciones y conctactos con la Asociacion A Sud
Via Romano Calò 48, 00139 Roma
www.asud.net
redazione@asud.nettel. 0039 068803570

lunedì 26 maggio 2008

Lettera inviata dalla Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive al Vicepresidente della Colombia per aggressioni gravi alla ACIN


Rete Italiana di Solidarietà
con le Comunità di Pace Colombiane Colombia Vive! Onlus

Narni, 23 de mayo de 2008

Doctor
FRANCISCO SANTOS
Vicepresidente de Colombia
Bogotà
fsantos@presidencia.gov.co
buzon1@presidencia.gov.co
fax. 00 5714442158 – 00571 4442122/45


Respetuoso saludo.

Con la presente señor Vicepresidente, queremos referirnos a los siguientes hechos que son fuerte motivo de preocupaciòn para nuestra organizaciòn:

1. Con profunda tristeza, hemos recibido la noticia del asesinato del exgobernador indìgena OVIDIO MALAGA, en el resguardo de Agua Clara, zona del Bajo San Juan, departamento del Chocò. Tambièn se reporta la desapariciòn forzada del ciudadano afrodescendiente RODRIGO LOPEZ y de otros tres afrocolombianos màs. Al parecer en este territorio indìgena y afrodescendiente, que cuenta con una fuerte presencia de lasfuerzas militares, se proyecta el paso de un oleoducto.

2. Hemos recibido denuncias sobre la realizaciòn de un plan integral de agresión contra la Asociaciòn de Cabildos Indìgenas del Norte del Cauca ACIN y las comunidades que la conforman. Este incluye acciones graves como las presiones indebidas por parte de empresas multinacionales para acceder a los recursos de estos territorios, graves acusaciones a comuneros y líderes por supuestas e infundadas vinculaciones con grupos armados al márgen de la ley, violaciones a derechos humanos por parte de miembros de la fuerza pública, declaraciones difamatorias de este ejemplar proceso social por parte de funcionarios estatales, reformas e iniciativas legales violatorias de los derechos fundamentales de estos pueblos y de acuerdos internacionales como el 169 de la OIT, entre otras. Acciones similares, han sido realizadas en otras regiones de Colombia y han generado desplazamiento forzado, violaciones graves a los derechos humanos y destrucción de procesos sociales y comunitarios.

3. Como es de su conocimiento señor Vicepresidente, en diciembre de 1991, fueron brutalmente asesinados 20 niños, mujeres y hombres del pueblo Nasa, en lo que se conoce como la masacre del Nilo. El Estado colombiano reconociò ante la Corte Interamericana de Derechos Humanos su responsabilidad en la masacre y se comprometiò a reparar integralmente a las vìctimas. Parte de los compromisos asumidos fueron los de dar a la comunidad Nasa del norte del Cauca, 15.663 hectareas de tierra y financiar programas de desarrollo socioeconòmico en coherencia con el proceso de autodeterminaciòn del pueblo Nasa. Despuès de 18 años ninguna reparaciòn se ha llevado a cabo y por el contrario, ha continuado el asesinato de lìderes y comuneros indìgenas, se han intensificado las campañas de desinformaciòn y estigmatizaciòn de la organizaciòn indìgena y hasta se han llegado a ofrecer recompensas por pobladores indìgenas que participen en acciones de recuperaciòn de tierras, acciones estas señor Vicepresidente, que son legìtimadas por el proceso historico de despojo y por el incumplimiento de los pactos firmados entre el pueblo Nasa del Norte del Cauca y el Gobierno Nacional. En este sentido, queremos expresar nuestra preocupaciòn por el uso eccesivo de la fuerza que la Policìa y el ESMAD han empleado para desalojar a familias indìgenas que exigiendo el cumplimiento de los acuerdos con el gobierno nacional, han realizado una acciòn de recuperaciòn de tierras en la hacienda La Emperatriz, municipio de Caloto, Cauca, el pasado 21 de mayo. El empleo de bombas explosivas y armas de fuego por parte de la fuerza pùblica contra pobladores desarmados, no tiene ninguna justificaciòn.

4. Finalmente señor Vicepresidente, queremos sumarnos a las voces de quienes han solicitado la protecciòn de la integridad del Sargento (r) EDGAR PAZ y su familia, el cual hace pocos dias tomò como rehenes a 30 ciudadanos que se encontraban en las oficinas de PORVENIR, en el centro de Bogotà, solicitando el pago de su pensiòn y haciendo graves denuncias sobre òrdenes impoartidas, por parte de altos mandos militares, para atentar contra lìderes de grupos polìticos de oposiciòn. Exhortamos a la justicia colombiana a investigar a fondo las denuncias realizadas por EDGAR PAZ.

Respetuosamente solicitamos al señor Vicepresidente, intervenir para que el Estado colombiano cumpla los compromisos adquiridos con el pueblo Nasa del Norte del Cauca, a raiz de la masacre del Nilo y para que se de un tratamiento polìtico, y no militar, a un problema eminentemente social como lo es el de la distribuciòn de la tierra. De igual manera, animamos al gobierno de Colombia a aumentar sus esfuerzos para identificar y procesar a los autores materiales e intelectuales de la masacre del Nilo y de tantos otros crimenes que han victimizado al pueblo Nasa.
Asimismo, solicitamos comedidamente al señor Vicepresidente, intervenir para que se tomen las medidas inmediatas y necesarias que permitan la captura de los responsables del asesinato del exgobernador indìgena OVIDIO MALAGA y el regreso a casa sanos y salvos de los afrodescendientes que han desaparecido. Nos sigue inquietando, el incremento de las violaciones a los derechos humanos, en territorios sobre los cuales gravitan fuertes intereses econòmicos de las empresas multinacionales.

Agradecemos su amable atenciòn.

Atentamente,

Dr. Andrea Proietti
Presidente di Colombia Vive!

giovedì 22 maggio 2008

Dichiarazione finale: III Forum della Solidarietà Lucchese nel Mondo

TERZO FORUM DELLA SOLIDARIETA’ LUCCHESE NEL MONDO
DICHIARAZIONE FINALE


Noi, rappresentanti di organizzazioni e comunità locali dei seguenti paesi: Afghanistan,Bielorussia, Bolivia, Brasile, Burkina Faso, Colombia, Ecuador, Italia, Israele, Libano,Kurdistan, Madagascar, Messico, Palestina, Rwanda, Sahara Occidentale, Tanzania; riunitinel terzo Forum della Solidarietà lucchese nel mondo a Lucca, nei giorni 30 aprile, 1, 2 e 3 maggio 2008

Affermiamo:
Premessa
- per noi solidarietà è diritto alla vita, al buon vivere e alla costruzione di un “plan de vida”:vivere in autonomia in un territorio che consenta a ciascuno di maturare possibilità di partecipazione e decisione, di stabilire rapporti in equilibrio con la natura e con gli altri, secondo le differenze culturali e il diritto all’autodeterminazione delle comunità;
- la solidarietà nasce sempre da un rapporto di amicizia, di impegno, di corresponsabilità e di conoscenza reciproca;
- viviamo in un unico mondo e la libertà di un popolo è la libertà di tutti e tutte; la lotta per l’ambiente di un popolo è la lotta per la sopravvivenza di tutti e tutte; la lotta per il cambiamento dell’attuale modello di sviluppo, per ripensare i consumi e le forme di accumulazione, parte integrante del sistema di dominazione, è una sfida comune;
- le domande e le soluzioni si basano su reciprocità e parità;
- un mondo umano e solidale si costruisce tenendo conto delle specificità, dei conflitti e delle contraddizioni presenti in ogni realtà.

Le sfide che abbiamo davanti
- sosteniamo con forza l’autodeterminazione dei popoli e li riconosciamo come soggetti sociali della loro storia e delle loro trasformazioni;
- consideriamo le differenze come punto di partenza per costruire solidarietà;
- riteniamo fondamentale assumere assieme la responsabilità del cambiamento a partire da alleanze specifiche;
- l’assunzione della responsabilità inizia con il cambiamento degli stili di vita individuale e comunitario;
- le donne creano relazioni di vita anche in situazioni di crisi estreme, il loro protagonismo e la loro autodeterminazione rappresentano condizione per la lotta contro ogni forma di discriminazione, di non rispetto e di violenza;
- è importante ripensare modalità di informazione che ci aiutino a condividere e a
conoscerci reciprocamente; proponiamo la messa in rete delle informazioni per contrastare l’omologazione e la disinformazione di massa; incoraggiamo e sosteniamo iniziative locali di informazione;
- la cooperazione non è una buona cosa in quanto tale: attraverso di essa si possono affermare forme di dominazione, impedire o non raggiungere alcun cambiamento (“di buoni propositi è lastricata la strada per l’inferno”).

Le strade che vogliamo percorrere- difendere i nostri territori: terra, persone acqua, cultura, socialità, tradizioni, storia,
comunità;
- renderci coscienti sulle forme di dominazione che si manifestano attraverso le politiche del terrore: le guerre, le occupazioni, le repressioni, le strategie di tensione e divisione, oppressione, discriminazione;
- difendere la nostra madre terra: la vita, le acque, le materie prime, l’aria, la
biodiversità;
- contrastare e denunciare le politiche oppressive di: Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio, Banche di Sviluppo, singoli governi, Unione Europea;
- rifiutare e denunciare l’imposizione dei progetti di sviluppo egemonico calati dall’alto ed estranei alle necessità delle comunità locali, inclusi i progetti di controllo demografico delle popolazioni indigene e gli interventi che, sotto il falso paradigma dello sviluppo sostenibile, nascondono tentativi di appropriazione o controllo dei territori e di tutta la biosfera;
- stringere alleanze per evitare l’isolamento delle singole comunità e capire cosa sta succedendo e cosa è opportuno fare, come associazioni, per contrastare la crisi strutturale della sovranità alimentare alla base della distruzione della vita dei contadini;
- creare reti polivalenti e indipendenti di informazione con tutti gli strumenti e forme a disposizione;
- dare continuità alle attività della Scuola per la Pace, diffondendo questa dichiarazione e le proposte elaborate per rafforzare il lavoro collettivo a tutti i livelli;
- concordare con gli amici ospitati in questi giorni il programma e le proposte del prossimo Forum della Solidarietà.

Lucca, 3 maggio 2008

mercoledì 21 maggio 2008

COLOMBIA : LA REALTA’ DEL SINDACALISMO

COMUNICATO STAMPA
Mercoledì 28 maggio 2008 alle ore 18, alla Libreria Bibli, in via dei Fienaroli 28 il Gruppo Italia 56 di Amnesty International indice la conferenza

COLOMBIA : LA REALTA’ DEL SINDACALISMO
“uno dei posti più pericolosi per i sindacalisti”
Proiezione del documentario “Predatori Globali”

Interventi di
Patrizia Sacco (Amnesty International)
Silvestro Montanaro (Giornalista Rai, conduttore di “C’era una volta”)
Gianni Alioti (Sindacalista CISL)

Ingresso libero.

Nel contesto del conflitto armato che dura da oltre 40 anni in Colombia, fra le forze di sicurezza nazionali e i paramilitari sostenuti dall’esercito da un lato, e i gruppi di guerriglia dall’altro, si inserisce un modello sistematico di attacco contro i sindacalisti impegnati nel contenzioso sul lavoro, nelle campagne contro le privatizzazioni, e per i diritti dei lavoratori in alcune aree dove operano le industrie estrattive. Secondo la Scuola nazionale sindacale – organizzazione non governativa colombiana – fra il gennaio 1991 e il dicembre 2006, sono stati uccisi 2245 sindacalisti, 3400 minacciati, 138 vittime di sparizioni. Nel 2007 i sindacalisti assassinati sono stati 39, e già 17 nei primi tre mesi del 2008.
Questi omicidi vengono attribuiti non solo ai gruppi paramilitari e alle forze di sicurezza, ma anche ai gruppi di guerriglia.
Amnesty International chiede al Governo colombiano di prendere provvedimenti efficaci per porre fine all’impunità di cui godono i persecutori dei sindacalisti, e di rispettare gli impegni assunti nel giugno 2006 con la firma dell’Accordo tripartito fra governo, sindacalisti e datori di lavoro colombiani.

Informazioni :
gr056@amnesty.it cell 3384795737 www.amnestylazio.it

martedì 20 maggio 2008

Colombia: Ordine di Cattura per tre militari responsabili dell'omicidio di tre indigeni

ASUD
19/05/2008

Un ordine di cattura è stato avanzato dalla Fiscalía 32 di Barranquilla contro il Tenente Galvis ed i soldati Pedro Luís Benavides Martínez e Néstor Emilio Correa Tapias, per l'omicidio, avvenuto il 21 gennaio del 2006, di tre indigeni della comunità Wayúu.

Il Tenente Galvis e i soldati Benavides e Correa, componenti del Gruppo di Azione Unificata per la Libertà Personale -GAULA- accompagnati dagli investigatori del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza -DAS- e i funzionari del Corpo Tecnico di Investigazioni -CTI-, hanno fatto irruzione nel reggimento di Ware Waren (Comunità di Wasimal), municipio di Albania, dipartimento della Guajira, sparando indiscriminatamente contro gli indigeni della comunità Wayúu che celebravano una festa di fidanzamento.

Nella cerimonia, alla quale partecipavano più di 100 indigeni Wayúu di diversi clan, sono stati uccisi dai colpi di arma da fuoco Javier Pushaina di 28 anni, membro della comunità Wasimal, Luis Ángel Fince Iguana di 18 anni, della comunità Perancho e Gasparito Cambar Ramírez di 16 anni, della comunità Amare. Sono poi state ferite due persone mentre una donna incinta è stata malmenata.

I membri dell'Esercito Nazionale, secondo vari testimoni, sono irrotti violentemente accusando le persone che assistevano alla cerimonia di essere dei ladri. Non contenti degli omicidi, i tre militari, hanno chiuso gli invitati nel recinto degli agnelli e hanno preso gli oggetti di loro proprietà, tra cui vestiti, telefoni e amache.

Senza ragione hanno poi arrestato Javier Pushaina, padre di uno degli assassinati, di 70 anni, insieme a Eduardo Pushaina della comunità 4 Novembre e Pablo Arpushaina, figlio del portavoce della comunità di Peratchon.

Di questo avvenimento conosciuto come massacro di Albania, dal luogo dove sono avvenuti i fatti, si sta discutendo nella Commissione Interamericana dei Diritti Umani. Un esempio in più delle 955 esecuzioni extragiudiziali occorse nell'anno passato e riportate dalla Commissione Colombia-Europa-Stati Uniti.

Il municipio di Albania, nel dipartimento della Guajira, luogo del massacro, è uno dei posti dove maggiormente abitano gli indigeni che fanno parte della comunità Wayúu, i quali sono stati fortemente penalizzati dalla presenza, dal 1976, del Consorzio Cerrejón che sfrutta il territorio ancestrale. Tutto ciò causa lo sfollamento forzato, le detenzioni arbitrarie, le torture e l'affettazione della salute comunitaria dovuta alla contaminazione prodotta dai ferrocarrili e dalla miniera, che impediscono la pratica pastorizia.

Nonostante la teorica smobilitazione paramilitare, questi gruppi continuano ad essere attivi nel territorio. Il Difensore del Popolo de La Guajira, Fernando López, ha riportato durante un incontro di organismi statali ed intergovernativi nel luglio del 2006, la notizia che un gruppo dissidente del Blocco Nord della AUC continua ad essere attivo in Bahia Portete, mettendo a rischio la comunità Wayúu.

La relazione di López racconta di una serie di azioni extragiudiziali attribuite all'Esercito Nazionale durante il 2005 in San Juan del Cesar (Guajira) da parte dei membri del GAULA. Alcuni componenti dell'Esercito Nazionale hanno ucciso arbitrariamente tre contadini, Edwin Norberto Vargas Lara, Eduardo Rafael Yepes Calvo e Gabriel Segundo Duran Molinares, presentandoli come guerriglieri morti in battaglia. Secondo l'Alto Commissariato, la Forza Pubblica in tutto il paese ha questa usanza di identificare le vittime come guerriglieri morti in combattimento, nascondendo così la gravità della violazione consegnando la giurisdizione ai tribunali militari invece che a quelli ordinari, i quali sarebbero per diritto coloro che dovrebbero indagare, giudicare e punire le violazioni dei diritti umani.
Un esempio di questo scenario è la distruzione della Comunità di Tabaco, municipio di Hato nuovo, attraverso l'intimidazione e le minacce. Nessun provvedimento giuridico è stato attuato.
Il 3 aprile 2004, Adaulfo Aurelio Palmesano, un leader della comunità afrodiscendente in Guajira, è stato arrestato e torturato psicologicamente da quattro membri del DAS senza mai mostrare un ordine di cattura. La presunta ragione della sua detenzione era che alcuni membri della sua famiglia, proprietari di terre collocate nella zona carbonifera, si erano rifiutati di venderle all'impresa. Molti dei crimini commessi, non sono neanche denunciati per la paura e la mancanza di fiducia nell'amministrazione giudiziale.

domenica 18 maggio 2008

Participación de militares en masacre de Apartadó reconoció por primera vez oficial del Ejército

Eltiempo.com
Se trata del capitán Guillermo Armando Gordillo, quien confesó que más de 100 uniformados y 50 paramilitares del bloque Héroes de Tolová, al mando de 'Don Berna', patrullaron conjuntamente la zona.

Su testimonio se produjo el 12 de mayo pasado. Hace 10 días, y de manera intempestiva, el capitán Gordillo Sánchez pidió que lo sacaran del Batallón de Artillería, en el sur de Bogotá -donde estaba recluido hacía seis meses- y que llamaran a su abogado de confianza.

Aunque Gordillo había optado por permanecer en silencio desde noviembre del 2007 -cuando la Fiscalía ordenó su captura por su presunta participación en la masacre de 8 civiles de la comunidad de paz de San José de Apartadó (Antioquia)- dijo que estaba dispuesto a confesar todo lo que realmente sucedió ese 21 de febrero del 2005. Y cumplió.

"Yo estoy contando los hechos como sucedieron en verdad para que me sea tenido en cuenta el beneficio por colaboración", dijo, mientras tomaba un trago de agua.

El explosivo testimonio

Según Gordillo, ese día, el patrullaje junto a los paramilitaresfue hecho por miembros de las compañías Bolívar y Anzóategui, del Batallón Vélez; y la compañía Alacrán, del Batallón 33, todos adscritos a la Brigada 17.

Es más, con voz pausada, le aseguró a un fiscal de Derechos Humanos que la operación se había pactado "desde hacía rato, desde arriba con mandos superiores" y que esta involucró a un general, a un coronel y a un mayor que hasta ahora no habían sido ni siquiera mencionados en el expediente y que serán requeridos en las próximas semanas para escuchar sus versiones sobre los hechos.

La Fiscalía entrará a establecer ahora si realmente el alto mando de la Brigada 17 conocía de los viejos nexos de sus hombres con los paramilitares (como dice Gordillo) o si se trataba de decisiones individuales y secretas.

Lo concreto, hasta el momento, es que durante casi cuatro horas, el capitán le explicó a la Fiscalía cómo se dividieron las tropas legales e ilegales ese día y cómo empezaron a caer los pobladores, incluidos tres menores: Natalia, de 5 años; Santiago de 2; y Andrés, de 11 años, que murieron degollados con machetes.

Dice que, muy temprano en la mañana, en el cerro Castañeda, se reunieron con los jefes de las Auc, conocidos como alias 'Melaza' y '44'.

Y hacia la 1 de la tarde, se empezaron a oír los primeros disparos y explosiones.

"Escuchamos por radio que cogieron civiles o los habían matado, se les escuchó por radio a los integrantes del 'Tolová'. Hicimos alto y a la 1:20 de la tarde se escucharon explosiones hacia La Cooperativa".

"Luego nos enteramos de que habían matado a una gente y que habían hecho unas fosas", dice Gordillo.

Efectivamente, en esas fosas fueron hallados los cuerpos descuartizados de Luis Eduardo Guerra y de su hijo Andrés; de Beyanira Areiza, de Alfonso Bolívar Tuberquia y los de sus hijos Natalia, y Santiago; de Sandra Milena Muñoz, y de Alejandro Pérez.

¿Quién mató a los niños?

En su relato, Gordillo asegura que el Ejército no disparó un solo tiro y que la orden de asesinar a los pequeños la dio el paramilitar alias '44'.

Pero otra cosa señalan las pruebas técnicas que la Fiscalía ha recaudado en este caso.

Por ejemplo, el pasado 29 de febrero, a las 11 a.m., el paramilitar Joel José Vargas Flórez, alias 'Pirulo', hizo una llamada desde la cárcel de Las Mercedes, en Montería (Córdoba) y le dijo a uno de sus familiares que el tema se había vuelto a calentar y que la orden de matar a los niños la había dado el mayor Castaño.

Luego, lo ratificó verbalmente ante el fiscal del caso. En otra de las cintas que rezan en el expediente, se escucha que una de las mujeres asesinadas murió por una granada de mortero, disparada por un soldado del Vélez.

La versión del oficial coincide con la del paramilitar Jorge Luis Salgado, revelada por EL TIEMPO hace un mes, y la cual le costó la libertad a varios uniformados que aún insisten en su plena inocencia.

Los militares que señala el capitán

En su ampliación de indagatoria a la Fiscalía, el capitán Guillermo Armando Gordillo menciona a los siguientes militares que estuvieron en la masacre de San José de Apartadó:

Oficiales que no están vinculados al proceso

o General Héctor Jaime Fandiño, ex comandante de la Brigada 17.

o Coronel Espinosa, comandante del Batallón Francisco de Paula Vélez.

o Mayor Castaño, segundo del Comando de Operaciones.

Militares del Batallón Vélez detenidos por orden de la Fiscalía

o Teniente Alejandro Jaramillo Giraldo

o Subteniente (r) Jorge Humberto Milanés Vega

o Sargento Henry Agudelo Cuasmayán Ortega

o Cabo segundo Ricardo Bastidas Candia.

Otros militares que señala
o Capitán Umaña, de la compañía Alacrán, del Batallón de Contraguerrilla 33

o Teniente García Sargento Brango

o Sargento Cuasmayán.

La confesión de 'Berna'
Coincidencialmente, cuatro días antes de que Gordillo rindiera su versión, 'Don Berna' le había confesado a un fiscal de Justicia y Paz que sus hombres habían realizado la masacre al lado de un puñado de militares.

Pero 'Berna' no pudo seguir contando lo sucedido porque fue extraditado hace cinco días a E.U.

Por eso, su abogado, Diego Álvarez, dijo que con las extradiciones masivas del martes 13 de mayo no solo se quería evitar más problemas con las revelaciones de la 'parapolítica', sino, además, con las que se empezaban a vislumbrar entre Auc y militares.

Infortunadamente, luego de la extradición de 'Berna', el mayor Gordillo pidió que le suspendieran temporalmente la indagatoria.

Y el pasado jueves, a través de su apoderado, solicitó la suspensión indefinida de la diligencia.

Pero la primera parte de su testimonio ya quedó oficializada e incluso, es posible que sea enviada a la Comisión Interamericana de Derechos Humanos, organismo que insiste en que el gobierno colombiano proteja a esa comunidad que ha seguido siendo víctima de agresiones.

DAL ‘VERTICE DEI POPOLI’, “NO” AD ACCORDI COMMERCIALI CON LA UE

Misna, 18/5/2008
Economia e Politica


“La cooperazione e l’integrazione dei nostri popoli passa in primo luogo per la costruzione di un sistema in cui i diritti economici, politici, sociali, culturali e ambientali delle maggioranze siano la priorità e la ragion d’essere delle politiche governative. Per questo respingiamo i progetti di ‘Accordi di Associazione’ (Ada) proposti dall’Unione Europea e avallati da alcuni governi latinoamericani e caraibici che intendono solo approfondire e perpetuare l’attuale sistema di dominazione che tanto danno ha fatto ai nostri popoli”: lo si legge nella dichiarazione conclusiva del III ‘Vertice dei Popoli’ promosso dalla rete dei movimenti sociali bi regionali ‘Enlazando Alternativas’, che si chiude oggi a Lima in concomitanza con il V Vertice tra America Latina e Caraibi e Unione Europea (Alc-Ue). La strategia della Ue contenuta nel documento ‘Europa Globale: Competere nel mondo’, “presume l’approfondimento di politiche di competitività e crescita economica che intendono implementare l’agenda delle sue multinazionali e rafforzare le politiche neo-liberali, incompatibili con il dibattito sui cambiamenti climatici, la riduzione della povertà e la coesione sociale” scrivono i promotori della ‘Cumbre de los Pueblos’. “Nonostante si tenti di coprire la loro natura includendo temi come la cooperazione e il dialogo politico, l’essenza della proposta è aprire i mercati dei capitali, dei beni e dei servizi, proteggere gli investimenti stranieri e ridurre le capacità dello stato di promuovere lo sviluppo economico e sociale” aggiungono, ricordando che gli ‘Ada’ – che la Ue ha peraltro già firmato con Messico e Cile - “riproducono lo schema dei Trattati di Libero Commercio-Tlc che la maggior parte dei paesi della regione ha sottoscritto con gli Stati Uniti e vanno oltre le politiche dell’Organizzazione mondiale del Commercio che respingiamo”. In una regione in cui “le risorse naturali continuano ad essere sfruttate indiscriminatamente, sgomberando intere comunità, devastando la bio-diversità, esaurendo le fonti idriche e impoverendo la manodopera, le multinazionali europee hanno molte responsabilità”. Secondo i movimenti riuniti in ‘Enlazando Alternativas’, “proprio ora che, dopo essere stata una vittima secolare del saccheggio delle multinazionali l’America Latina registra progressi democratici che stimolano la ricerca di strade autonome di sviluppo in diversi paesi e diverse forme di integrazione al servizio dei popoli, seguire le ricette del libero commercio stimola la frammentazione della regione”. Criticando la cosiddetta ‘Fortezza Europa’ “che implica la chiusura delle frontiere, la violazione del diritto di asilo e la criminalizzazione dei migranti con muri virtuali o reali che non sono diversi da quelli in costruzione alla frontiera nord”, il III ‘Vertice dei Popoli’ ha denunciato anche “l’ipocrisia delle istituzioni multilaterali (dal Wto, al Fmi, alla Bm) nel cercare di nascondere le vere cause del carovita mondiale: dirottamento della produzione dei paesi verso le esportazioni, perdita del ruolo dello stato nella gestione delle risorse alimentari e la trasformazione degli alimenti in fonte di speculazione finanziaria, tutto questo come risultato delle politiche di libero commercio”. [CO]

lunedì 12 maggio 2008

Comienza en Lima Perú la Cumbre de los Pueblos

ASUD INFORMA
Comienza en Lima, Perú, la Cumbre de los Pueblos como respuesta a la V cumbre de los jefes de gobierno latinoamericanos y europeos que se realizará entre el 12 y el 16 de mayo.

Objeto del debate en la cumbre oficial serán los acuerdos comerciales que Europa quiere imponer a la Región andina.

El objetivo de la Cumbre de los Pueblos y de la red biregional Enlazando Alternativas será construir una cooperación y una relación política "diferente" entre Europa y América Latina.

Recomendamos leer el artículo de Giuseppe De Marzo publicado el domingo 11 de mayo en el periódico “Il Manifesto".

A Sud participa en los trabajos y movilizaciones de la Cumbre de los Pueblos.

Para informarse sobre el desarrollo de la Cumbre consulta la pagina web www.asud.net

Para mayor información y contacto con la delegación escirbir a:

maricadipierri@asud.net / 0039 3486861204

martedì 6 maggio 2008

Firenze: Seminario ""El Plan de Vida de los Pueblos frente al Proyecto de Muerte del Capital Transnacional: Una mirada desde Colombia"

Venerdì 09 Maggio

ORE 16.00

Presso l’ Aula Magna della Facoltà di Agraria, Piazzale delle Cascine 18


Giovedì Tropicale in Seminario:
"El Plan de Vida de los Pueblos frente al Proyecto de Muerte del
Capital Transnacional: Una mirada desde Colombia"


RELATORI:
Vilma Almendra & Manuel Rozental, rappresentanti della "Asociaciòn de Cabildos Indigenas del Norte del Cauca" ACIN. Colombia.

La conferenza è organizzata dalla "Associazione di Scienze Agrarie ed Ambientali Tropicali per la Cooperazione allo Sviluppo", in collaborazione con la "Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane Colombia Vive! Onlus"

domenica 4 maggio 2008

Programma in Italia ed Spagna dei rappresentanti della Asociaciòn de Cabildos Indigenas del Cauca ACIN

Dal 28 aprile -14 maggio sono in Italia Vilma Almendra e Manuel Rozental, rappresentanti della "Asociaciòn de Cabildos Indìgenas del Norte del Cauca" ACIN, la quale costituisce nella Colombia odierna uno dei processi di resistenza nonviolenta più importanti dell’intero paese e della regione Latinoamericana. Manuel Rozental viene anche come rappresentante della "Alianza Social Continental", che riunisce i principali movimenti sociali del continente.
I nostri amici sono stati invitati in Italia dalla Provincia di Lucca, l’Associazione “Raggi di Belen” e il Gruppo “Letture del Presente”, per partecipare al III Forum della Solidarietà Lucchese nel Mondo”.


La seguente è l'agenda dei nostri due amici in Italia e Spagna

Programma in Italia ed Spagna dei rappresentanti della Asociaciòn de Cabildos Indigenas del Cauca ACIN
Dal 28 aprile -14 maggio sono in Italia Vilma Almendra e Manuel Rozental, rappresentanti della "Asociaciòn de Cabildos Indìgenas del Norte del Cauca" ACIN, la quale costituisce nella Colombia odierna uno dei processi di resistenza nonviolenta più importanti dell'intero paese e della regione Latinoamericana. Manuel Rozental viene anche come rappresentante della "Alianza Social Continental", che riunisce i principali movimenti sociali del continente.
I nostri amici sono stati invitati in Italia dalla Provincia di Lucca, l'Associazione "Raggi di Belen" e il Gruppo "Letture del Presente", per partecipare al III Forum della Solidarietà Lucchese nel Mondo".

La seguente è l'agenda dei nostri due amici in Italia e Spagna

Lunedì 28 aprile: arrivo a Lucca: Vilma e Manuel
Martedì 29 aprile, ore 13:00, incontro con studenti del Liceo Majorana (Capannori) – Organizza: Gruppo Letture del Presente, Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori.
Mercoledì, giovedì, venerdì, sabato 30 aprile – 3 maggio: Forum della Solidarietà Lucchese nel Mondo. Organizza: Provincia di Lucca, Associazione Raggi di Belen, Gruppo Letture del Presente, Osservatorio per la Pace del Comune di Capannori.
Domenica 4 maggio: Inaugurazione Parco della Pace. Organizza: Movimento Umanista di Firenze.
Lunedì e martedì 5,6 maggio: Viaggio di Vilma Almendra a Burgos Spagna, ore 19:00 incontro con il Sindaco in Comune. ore 20:00 intervento pubblico nel Salón Rojo del Teatro Principal. Interviste con diverse associazioni e ONG locali. Organizza: Comune di Burgos, Plataforma di Organizzazioni sociali Vilma
Lunedì 5 maggio: Incontro di Manuel Rozental con organizzazioni sociali, Via dei Volsci, 30, zona San Lorenzo a Roma. Organizza: Comitato Carlos Fonseca.
Martedì 6 maggio, ore 17:30: incontro pubblico a Monterotondo. Organizza: Comune di Monterotondo
Mercoledì 7 maggio: Incontro pubblico e cena di solidarietà a Pietrasanta. Organizza: Associazione Raggi di Belen
Giovedì 8 maggio, ore 11:00, Incontro pubblico con il Comune di Pisa.
Giovedì 8 maggio, ore 15:00, Incontro pubblico con il Comune di Cascina. Organizza: Comune di Cascina
Venerdì 9 maggio ore 12:00 riunione privata con il dott. Cruccolini (presidente del consiglio comunale di Firenze) e altri esponenti del consiglio presso la sede del comune di Firenze in Palazzo Vecchio. Organizza: Rete Colombia Vive!, Movimento Umanista di Firenze.
Venerdì 9 maggio ore 16:00, incontro pubblico "El plan de vida de los pueblos frente al proyecto de muerte del capital transnacional: una mirada desde Colombia. Aula Magna della Facoltà di Agraria, Piazzale delle Cascine 18. Evento promosso dall'Associazione di Scienze Agrarie ed Ambientali Tropicali per la Cooperazione allo Sviluppo, con la collaborazione della Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
Venerdì 9 maggio ore 21:00, incontro pubblico "Difendere la terra, difendere la vita, difendere la dignità: la resistenza civile dei popoli indigeni e dei popoli latinoamericani". Circolo Vie Nuove di V.le Giannotti, 13, Firenze. Organizza: Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!, Movimento Umanista di Firenze Voci Liberi, Ass. Vie Nuove e Centro Orientamento America Latina-Firenze.
Sabato 10 maggio, 17:45, Incontro pubblico "Un'altra Colombia è possibile", sala del Celivo, g.c. Star Hotels President Corte Lambruschini ,4, Genova: Vilma, Manuel. Organizzano: Rete di Solidarietà Colombia Vive, Gruppo Transcultura Donna, Arci Genova
Domenica 11 maggio, 20:30, incontro pubblico a Terni
Lunedì 12 maggio, ore 10:00, le esperienze di pace del territorio Aquilano: incontro con la Casa per la Pace della Provincia dell'Aquila, l'Ufficio Pace dei Comuni dell'Aquila e di Luco dei Marsi.
Lunedì 12 maggio, ore 12:00, incontro con la stampa, L'Aquila.
Lunedì 12 maggio, ore 17:30, incontro pubblico "somos Alzados en Bastones de Mando". Proiezione del video "Hasta la Ultima Piedra", Mostra fotografica "esperienze delle Comunità di Pace della Colombia", concerto musica popolare "Vitivinivola Italo-Abruzzese". Sala Conferenze di Palazzo Dragonetti, Via Roio, 10 L'Aquila. Organizza: Regione Abruzzo Agenzia per la promozione culturale L'Aquila, ASUD, Rete Italiana di Solidarietà Colombia Vive!
Martedì 13 maggio: viaggio a Pisa

venerdì 2 maggio 2008

Ancora sindacalisti assassinati in Colombia, qualcuno fermi Uribe



Ennesimo omicidio di un dirigente sindacale - 27/04/2008

UCCISO UN ALTRO DIRIGENTE SINDACALE a BARRANQUILLA, COLOMBIA

Il “Comitato di Solidarietà con i Prigionieri Politici”, diffonde questo documento di denuncia:

DENUNCIA PUBBLICA

PER IL SEQUESTRO, LA TORTURA E L’OMICIDIO DEL COMPAGNO JESUS HEBERTO
CABALLERO ARIZA, ESPONENTE DEL SINDACATO SINDESENA DI BARRANQUILLA, ATTIVISTA DA 20 ANNI.


E’ con molto dolore e sgomento che denunciamo all’opinione pubblica il sequestro, la tortura ed il vile omicidio del compagno JESUS HEBERTO CABALLERO ARIZA , Insegnante di ETICA e di Diritti Umani nel Centro agricolo CAISA, nella regione dell’ Atlantico. Rappresentante dei lavoratori nel Comitato del Servizio Medico assistenziale, nella SSEMIS, nella Commissione Statale di ricorso, nel Comitato di Dotazione in rappresentanza della SINDESENA, Distaccamento di Barranquilla, e membro della Commissione del Personale nella Regione Atlantico.

Ha inoltre ricoperto una serie di cariche civiche tra le quali le più importanti sono quelle di: Presidente della Giunta di Azione Comune Manuela Beltrán, nel Municipio di SOLEDAD, Regione Atlantica, e Presidente della Giunta del complesso residenziale dove viveva.

Attivista, difensore dei diritti umani nel ruolo di sociologo professionista, leader comunitario nei quartieri e nei villaggi del Dipartimento dell’Atlantico.

Crediamo che il vile omicidio di JESUS HEBERTO CABALLERO ARIZA, è un attentato contro i lavoratori del SENA e delle organizzazioni sindacali che difendono l’esistenza e i diritti dei lavoratori. Dimostra, oltre alla persecuzione, l’annichilimento dei dirigenti sindacali, il cui numero di omicidi in Colombia arriva a 2741 negli ultimi anni, commessi in totale impunità. In particolare sono 200 i dirigenti sindacali del SINDESENA minacciati in tutto, e 4 quelli uccisi.

Dichiariamo che questo vile omicidio è un attacco frontale contro tutta la struttura del sindacato di Impiegati pubblici del SENA, e in particolare della direzione di Barranquilla, che ha denunciato la corruzione, i furti e la cattiva amministrazione all’interno del SENA, e indica una forma di repressione e persecuzione nei confronti delle persone che come JESUS HEBERTO CABALLERO ARIZA hanno partecipato attivamente alla giornata del 6 marzo 2008 contro la tortura, la scomparsa forzata, i sequestri, gli omicidi e gli sfollamenti realizzati da tutti gli attori armati illegali di questo paese, che hanno portato avanti questa strategia per far tacere le voci di protesta contro i crimini dello stato e dei paramiliari.

I fatti avvenuti violano le norme del diritto internazionale umanitario, i trattati internazionali e la costituzione colombiana. Ed è per questo che esigiamo che il Governo Nazionale, La ProcuraLa Fiscalia Generale della Repubblica ed Il Tribunale del popolo, realizzino tutte le ricerche necessarie al chiarimento dell’identità dei responsabili intellettuali e materiali del vile omicidio di JESUS HEBERTO CABALLERO ARIZA, DIRIGENTE SINDACALE E DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI.

Sollecitiamo la Direzione generale del SENA e gli organismi di diritto umano nazionale ed internazionale ad esporre la propria petizione di fronte al governo nazionale e ad esigere giustizia per questo omicidio.
CI DICHIARIAMO IN ASSEMBLEA PERMANENTE A TEMPO INDETERMINATO PER LA DIFESA DEI

SINDESENA. DIREZIONE DI BARRANQUILLA


UCCISO DIRIGENTE SINDACALE DEL SINDACATO SINDESENA - REGIONE ATLANTICA

Nonostante la Direzione Generale del SENA e gli organismi di sicurezza dello Stato, conoscessero le minacce dirette ai dirigenti del SINDESENA, specialmente nei dipartimenti della Costa Atlantica e di Antioquia, nessun interesse e nessuna azione si sono dimostrate per evitare l’esecrabile sequestro e l’assassinio del quale è stato oggetto JESUS HEBERTO CABALLERO ARIZA, Supplente Fiscale della direzione sindacale, rappresentante dei lavoratori nel comitato del Servizio Medico Assistenziale e rappresentante dei lavoratori nella Commissione Regionale del Personale nel dipartimento dell’Atlantico.

L’insegnante di etica JESÚS CABALLERO, come i lavoratori del SENA, ha denunciato le disastrose politiche che l’attuale governo ha portato avanti nella Formazione Professionale, specialmente in relazione ai processi d’integrazione con l’educazione formale, alla virtualizzazione e alla terziarizzazione, che permettono di destinare risorse milionarie agli impresari privati, in un cammino verso la privatizzazione e lo smembramento del SENA, in quanto ente esecutivo della Formazione Professionale Integrale in Colombia.

La difesa strenua da noi operata, durante mezzo secolo, della Formazione Professionale in Colombia ha causato le segnalazioni negative da parte del Direttore Generale Darío Montoya, che è arrivato ad attribuire aggettivi offensivi nei riguardi della dirigenza sindacale. In coincidenza alle le sue posizioni autoritarie, totalmente estranee al dialogo con i lavoratori, gruppi di Estrema Destra hanno fatto pervenire a diverse sedi sindacali, delle minacce che a quanto pare cominciano a concretizzarsi. Minacce che si sono accresciute contro tutto il movimento sindacale, dopo la nostra partecipazione nella giornata contro il paramilitarismo ed il terrorismo di Stato dello scorso 6 marzo.

Di fronte alla mancanza di garanzie reali, che dovrebbero andare oltre gli inefficaci “Consigli di Sicurezza”, chiediamo allo Stato Colombiano e ai suoi rappresentanti di garantire la sicurezza e l’integrità di tutti i lavoratori. E’ preoccupante l’indifferenza della Direzione del SENA nei confronti di una giornata in difesa della vita, che avevamo pensato di includere nella cornice della manifestazione del 6 marzo.

Oltre le minacce che hanno preceduto l’omicidio di Jesús Caballero a Barranquilla, esistono attualmente minacce contro la dirigenza sindacale a Medellin da parte di un gruppo che si firma “Aquile Nere Blocco SENA” e di Cordoba, dove l’anno scorso i compagni hanno denunciato dei possibili collegamenti dell’allora Direttrice Regionale con i parlamentari accusati di collaborare con la parapolitica.