mercoledì 30 aprile 2008

Il rifugio dei para-diplomatici


Peacereporter
Colombia - 29.4.2008

L'attuale ambasciatore colombiano a Roma invischiato nella compra dei voti per la riforma costituzionale pro-Uribe


Di Annalisa Melandri

Situazione sempre più difficili in Colombia per il presidente Álvaro Uribe, ma probabilmente si profilano tempi duri anche per l’attuale ambasciatore colombiano in Italia, Sabas Pretelt de la Vega e per altri funzionari, tra i quali il Fiscal General (la massima carica della magistratura colombiana) Mario Iguarán. La Corte Suprema di Giustizia, forse l’unica ancora di salvezza che rimane alla Colombia, sta indagando sulle modalità con la quale fu approvata nel 2004 la riforma costituzionale che ha reso possibile la rielezione del presidente colombiano due anni più tardi.

Il trio. E’ stato emesso infatti un mandato di arresto per la parlamentare Yidis Medina, la quale una settimana fa ha rivelato in un’intervista ai mezzi di comunicazione, di aver accettato incarichi pubblici, tra i quali probabilmente un consolato, in cambio del suo voto favorevole che fu decisivo proprio per l’approvazione di quella riforma costituzionale. La stessa Medina ha affermato inoltre in quell’intervista, che sia Uribe, sia alcuni suoi stretti collaboratori, quali l’allora segretario generale della Presidenza Alberto Velásquez, l’attuale ambasciatore colombiano a Roma e all’epoca ministro dell’Interno, Sabas Pretelt de la Vega, nonché l’attuale Fiscal General Mario Iguaráni, erano perfettamente a conoscenza della proposta dello scambio del voto contro incarichi pubblici. La Medina attualmente è latitante, ma ha comunicato tramite il suo avvocato, Ramón Ballesteros, che probabilmente si consegnerà alla giustizia tra lunedì e martedì prossimo. Tutte le persone coinvolte potrebbero essere pertanto inserite nelle indagini e l’attuale ambasciatore colombiano essere richiamato in patria.
Sabas Pretelt de la Vega operò nella vicenda come tramite tra le proposte del governo e Yidis Medina.

Corsi e ricorsi storici. La storia si ripete quindi, e per il corpo diplomatico di via Pisanelli, sede dell’ambasciata colombiana a Roma, potrebbe figurarsi un nuovo cambio al vertice se la Corte Suprema di Giustizia della Colombia decidesse di procedere anche contro l’ambasciatore Sabas Pretelt de la Vega costringendolo quindi a far ritorno in patria per far luce sul suo ruolo nell’intera vicenda. Già in passato sorte analoga era toccata all’allora console di Milano Jorge Noguera Cote e al precedente ambasciatore a Roma, Luis Camilo Osorio.
Luis Camilo Osorio fu trasferito da Roma alle sede diplomatica messicana, da dove fu costretto a ritornare in patria per rispondere in tre processi tuttora aperti in cui è accusato di aver favorito l’ingerenza dei paramilitari quando ricopriva la carica di Fiscal General tra il 2001 e il 2005. Secondo le accuse e le testimonianze fornite, favorì l’impunità dei criminali e politici che avevano commesso crimini contro l’umanità legati al paramilitarismo e al narcotraffico, proteggendo tra gli altri il generale Rito Alejo del Río, indicato da Salvatore Mancuso come artefice dell’espansione del paramilitarismo in Colombia. Nel 2002 fu denunciato da Human Right Watch per aver ostacolato la giustizia con il suo operato: “mancanza di appoggio ai pubblici ministeri che lavoravano su casi sensibili di diritti umani, incapacità di fornire una protezione efficace e tempestiva ai funzionari le cui vite erano minacciate, e licenziamento o rinuncia forzata di pubblici ministeri e investigatori esperti”.

Suspance. Jorge Noguera Cote, ex console a Milano, fu costretto invece a lasciare l’incarico nel 2006 per i procedimenti penali avviati contro di lui e fu arrestato nel luglio del 2007 in Colombia, con l’accusa di avere avuto stretti legami con i paramilitari e di aver fornito ai capi delle Auc informazioni riservate, in particolare è accusato di aver fornito agli stessi liste di sindacalisti, politici e attivisti sociali che furono successivamente eliminati.
Sabas Pretelt de la Vega, l’ideatore della legge di Giustizia e Pace, con la quale i paramilitari che si sono macchiati di crimini terribili vengono condannati con pene che prevedono la reclusione al massimo per otto anni di carcere, è accusato da due capi paramilitari di aver promesso loro la non estradizione negli Stati Uniti in cambio del loro appoggio alla rielezione di Uribe. I due fratelli Mejía Muñera (alias Los Mellizos) lo hanno accusato invece di aver fatto da tramite nel trasferimento del denaro con il quale i paramilitari hanno finanziato la rielezione di Uribe nel 2006, denaro sporco di sangue e frutto dei proventi del narcotraffico. Si trova ancora a Roma, ma se dovessero essere confermate le accuse mosse contro di lui da Yidis Medina e se la Corte Suprema dovesse decidere di procedere nelle indagini, ben presto potrebbe essere costretto a rinunciare per finire sotto processo in Colombia e quindi fare ritorno in patria in veste di inquisito. Rispetto alla Colombia, l’Italia, quindi, sembrerebbe svolgere in Europa, lo stesso ruolo che il Messico svolge in America centrale: entrambi i paesi funzionano da centro di smistamento di loschi personaggi coinvolti con il paramilitarismo e il narcotraffico, personaggi sul capo dei quali pendono accuse gravissime che poi si concretizzano in mandati di cattura.

Il pelo nell'uovo. E’ evidente che la Farnesina dovrebbe compiere indagini più accurate sulla storia personale dei diplomatici provenienti dalla Colombia. Jorgue Noguera Cote per esempio fu accettato in Italia, (allora era Gianfranco Fini agli Esteri), dopo aver dovuto, nel 2005, rassegnare le dimissioni come direttore del Das (Dipartimento Amministrativo di Sicurezza, la polizia segreta colombiana), per le accuse che Rafael García, ex capo del reparto di informatica del Dipartimento, gli stava muovendo contro. Accuse che successivamente si dimostrarono fondate, dal momento che Jorgue Noguera Cote fu arrestato nel febbraio del 2007. In seguito alle sue dimissioni, il presidente Uribe lo nominò console a Milano, dopo che il Canada aveva rifiutato saggiamente la proposta di averlo nel suo paese come rappresentante diplomatico della Colombia. In Italia, invece, non si andò tanto per il sottile: accuse come collusione con il paramilitarismo, organizzazione di frode elettorale (con la quele Uribe avrebbe vinto le elezioni nel 2002), ingerenza negli affari interni di un paese straniero (il Venezuela, dove Noguera avrebbe tentato di organizzare insieme ad alcuni capi paramilitari l’omicidio di Chávez e dove avrebbe pianificato l’omicidio del pubblico ministero Danilo Anderson, che stava svolgendo indagini sul golpe dell’aprile 2002), probabilmente sembrarono cose di poco conto e la Farnesina accolse Noguera senza nessuna riserva.

lunedì 28 aprile 2008

Lettera al governo colombiano per minacce paramilitari alla Comunità di Pace di San Josè de Apartadò

Rete Italiana di Solidarietà
con le Comunità di Pace Colombiane Colombia Vive! Onlus



Narni, 28 de abril de 2008



Doctor
FRANCISCO SANTOS
Vicepresidente de Colombia
Bogotà D.C.
fsantos@presidencia.gov.co
fax. 00 5714442158


Respetuoso saludo.
Del 17 de febrero al 8 de marzo anterior, hizo presencia en Colombia una delegaciòn internacional conformada por representantes de ayuntamientos y organizaciones sociales de Italia, Espana y Portugal que acompanaron el retorno de familias desplazadas, pertenecientes a la Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò, a la zona humanitaria de Mulatos, donde como usted sabe, el 21 de febrero de 2005, fueron salvajemente masacradas 8 miembros de esta comunidad campesina, entre quienes se encontraba el lìder Luis Eduardo Guerra. La delegaciòn recibiò denuncias de habitantes de la zona relacionadas con el aumento de la presiòn paramilitar y con la tolerancia y complicidad de miembros de la fuerza pùblica con estas organizaciones criminales. Hoy desafortunadamente senor Vicepresidente, recibimos de nuevo las siguientes noticias que confirman esta preocupante situaciòn:

- En la manana del 24 de abril, en el caserio Los Mandarinos del correjimiento de San Josè de Apartadò, los senores EMILIO VASQUEZ, JUAN GOEZ Y EVER GOEZ, fueron intimidados por dos hombres armados, vestidos de civil quienes los intimaron a abandonar la regiòn. Todo sucediò en presencia de miembros del Ejèrcito. Se denuncia en esta zona y en el corregimiento de Nueva Antioquia una presencia paramilitar permanente.
- El 20 de abril, 4 hombres vestidos de civil, amenazaron de muerte, en el caserio de San Josè de Apartadò, al senor ALBERTO GARCIA, si se reusaba a venderles su finca, pues adelantan un plan de compra de tierras en el territorio con la intenciòn de “hacer una limpieza por toda la zona”. Estos 4 hombres permanecieron en el caserio desde las 10:00 hasta las 16:00 horas y en varias ocasiones se les viò conversando con la Policia.
- A las 15 horas del dìa 19 de abril, fue detenida por miembros de la Policìa Nacional, en el Terminal de transportes de la ciudad de Apartadò, la integrante de la Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò, AMANDA USUGA, a quien procedieron a tomar sus datos personales. Segùn testigos, un conductor presente dijo a los agentes que ellos la informaciòn que registraban la pasaban despuès a los paramilitares encargados de asesinar a estas personas, los policias confirmaron que se realizaba en este modo, pero se justificaron diciendo que sòlo cumplian òrdenes.

Nos preocupa senor Vicepresidente, la intensificaciòn en la zona de San Josè de Apartadò, del actuar paramilitar, que cuenta, segùn estas y otras denuncias que en los ùltimos anos hemos recibido, con la colaboraciòn y protecciòn de las fuerzas militares y de policìa en la regiòn. La Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò y los demàs habitantes de la zona siguen siendo vìctimas de amenazas y atentados criminales que al parecer, comprometen en manera grave a miembros de la fuerza pùblica, tal como sucediò con la masacre del 21 de febrero de 2005, que hoy involucra a un alto nùmero de efectivos militares indagados por la justicia colombiana. Agradeceriamos de manera especial al gobierno colombiano si pudiera informarnos sobre el desarrollo de esta investigaciòn, especialmente en lo que tiene que ver con la identificaciòn y enjuiciamiento de los autores no solo materiales sino tambièn intelectuales de tan abominable hecho.

Agradecemos su amable atenciòn y su concreta intervenciòn para investigar y evitar la repeticiòn de los hechos arriba denunciados.

Atentamente,

Dr. Andrea Proietti
Presidente di Colombia Vive!

Con copia a:
· Director Programa Presidencial de DD.HH. y DIH, Dr. Carlos Franco Echevarria
· Fiscal General de la Nación, Dr. Mario Iguarán
· Procurador General de la Naciòn , Dr. Edgardo Josè Maya Villazòn
· Defensor Nacional del Pueblo, Dr. Volmar Antonio Pèrez Ortiz
· Defensor del Pueblo Seccional de Uraba, Dr. Daniel Antonio Sastoque Coronado
· Comandante Brigada XVII, Carepa – Apartadò
· Comadante Departamento Policia de Urabà, Teniente Coronel Marcotulio Avendano Lara.
· Embajada de Colombia en Roma , S.E. Embajador Dr. Sabas Pretelt de la Vega
· Embajada Italiana en Bogotà, S.E. Embajador Dr. Antonio Tarelli
· Ministerio de Asuntos Exteriores Italia, Subsecretario Responsable de America Latina Dr. Donato Di Santo.
· Jefe de la Delegacion de la Comision Europea para Colombia y Ecuador, Dr. Fernando Cardesa Garcia.
· Representante para Colombia del Alto Comisario ONU por los Derechos Humanos Sr. Juan Pablo Corlazzoli.

domenica 27 aprile 2008

CONTINUA EL ACCIONAR PARAMILITAR CON LA FUERZA PUBLICA

Urabá sigue bajo el terror del paramilitarismo y con la total complicidad de la fuerza pública, en un discurso se habla que no existe pramilitarismo, que se le combate, sin embargo la realidad que vivimos desde hace once años es totalmente distinta, un estado en total actuar con esta lógica de muerte, es por ello que nuestra obligación ante la historia es dejar constancia de todos estos hechos de los que somos víctimas:

- El jueves 24 de abril a las 11 a.m. en el caserío los Mandarinos ( a hora y media de Arenas Altas, vereda perteneciente a la Comunidad), dos hombres de civil que portaban armas cortas detuvieron a EMILIO VASQUEZ (perteneciente a nuestra comunidad), JUAN GOEZ y EVER GOEZ, los hombres se les presentaron como águilas negras, les dijeron que si los volvían a ver los mataban, que toda la gente de la zona era pura guerrilla y que iban poco a poco avanzando, les colocaban el arma en la cabeza amenazándolos de que mejor los mataban de una vez ya que de pronto no volvían a tener la oportunidad, después de ello les dijeron que se fueran y que ya sabían lo que les pasaba si los volvían a encontrar en algún lado. Todo esto sucedió estando el ejército mirando, en dicho lugar se encuentra un reten paramilitar de gente civil constante y acompañados por el ejército, al igual que sucede en Nueva Antioquia.

- El domingo20 de abril a las 4:30 p.m. en San José, fue abordado ALBERTO GARCIA por cuatro paramilitares, le dijeron que le ofrecían comprarle la finca que si se negaba tenían que negociar con la viuda y él era un hombre bueno para hacerse matar, él respondió que no vendía la finca, ellos le dijeron que tenía tiempo para pensarlo que ellos tenían que hacer una limpieza por toda la zona y que ahí se iba dando cuenta que con ellos no se jugaba, además venían comprando tierras porque la zona tenía que ser de ellos. Estos cuatro hombres estuvieron desde las 10 a.m. hasta las 6 p.m. en San José y en varias ocasiones hablaron con la policía.

- El 19 de abril a las 3 p.m. en el terminal de transportes fue detenida AMANDA USUGA por miembros de la policía, ellos le decían que era la persona que estaban buscando, le anotaron el nombre y sus datos, un conductor que estaba al lado le dijo al policía que ellos anotaban estos nombres y luego se los pasaban a los paramilitares para hacer matar a la gente, el policía le dijo que tenía razón pero era una orden que ellos tenían. AMANDA traía el mercado de los niños de la escuela de San Josesito apoyado por Cocina Sin Fronteras, ella ha sido blanco de diversas persecuciones y montajes por parte de la fuerza pública.

Los hechos hablan por sí solos desvirtúan la otra realidad de los victimarios que pretende confundir lo que en realidad está sucediendo en la zona y contra nuestra comunidad, el avance paramilitar auspiciado por el estado es total y descarado, sin embargo nos seguimos resistiendo a esta lógica de muerte y no cederemos ni un espacio a estos asesinos.

Nuestros principios son nuestra forma de expresar otra realidad y contrarrestar esta lógica de robo, asesinato, miedo, e impunidad que genera el imperio del paramilitarismo impuesto por el Estado en Urabá. Seguiremos sembrando y dando vida a la tierra y los retornos son prueba de ello, pues la comunidad en su accionar alternativo se niega a esa sociedad del terror, sabemos que mucha gente en nuestro país y en otros países nos acompañan en esta lógica de vida y seguirán caminando con nosotros resistiendo civilmente a los designios de los victimarios.



COMUNIDAD DE PAZ DE SAN JOSE DE PARTADO

Abril 26 de 2008

Comunidad de Paz de San José de Apartadó
http://www.cdpsanjose.org

mercoledì 23 aprile 2008

POLITICA E PARAMILITARI: ARRESTATO CUGINO PRESIDENTE URIBE


Misna

COLOMBIA 23/4/2008


Altro, Brief



Raggiunto da accuse di collusione con gli ‘squadroni della morte’ di estrema destra, l’ex-senatore Mario Uribe, cugino del presidente Alvaro Uribe, si è consegnato ieri sera ai funzionari della Procura dopo che la Costa Rica ha respinto la sua richiesta di asilo politico. L’ex-presidente del Parlamento si era rifugiato presso l’ambasciata costaricana a Bogotá non appena giunta notizia che la Corte suprema aveva dato il ‘via libera’ al suo arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta ‘para-politica’: sette ore più tardi la sua richiesta di asilo era stata definita “irricevibile” dal ministero degli Esteri di San José. Uribe è stato portato via dalla polizia tra una folla di attivisti per i diritti umani che protestavano di fronte alla sede diplomatica e trasferito alla sede centrale della Procura, in attesa che sia definito il luogo per la sua detenzione. L’arresto di Uribe, capo del partito ‘Colombia Democrática’ - appartenente alla coalizione di governo – giunge tre giorni dopo che la Corte suprema di giustizia ha avviato indagini preliminari per collusioni con i paramilitari delle Autodifese unite della Colombia (Auc)anche nei confronti della presidente del Parlamento, Nancy Gutiérrez, dello schieramento ‘Cambio Radical’, sempre della maggioranza. In totale, l’inchiesta coinvolge finora oltre una sessantina di politici, in larga parte ‘uribisti’, 31 dei quali sono finiti in carcere.

Vince Lugo, avanza il nuovo Paraguay


Peacereporter

Paraguay - Asuncion - 21.4.2008

Paraguay, vittoria per il 'vescovo rosso'. Dopo più di sessant'anni il partido Colorado lascia la guida del Paese


scritto per noi da Maria Vittoria Orsolato

Dopo 60 anni il Paraguay si sveglia finalmente libero. Fernando Lugo, l’ex vescovo di San Pedro, ha praticamente schiacciato gli avversari nella tornata elettorale che si è chiusa oggi alle 16. Con il 41% dei consensi, il candidato dell’Alianza Patriotica para el Cambio ha vinto la presidenza e soprattutto ha reso possibile, per la prima volta nella storia di questo Paese, un cambiamento nell’amministrazione senza spargimento di sangue e senza colpi di Stato.

Calma e festa. I disordini paventati dal presidente uscente Nicanor Duart Frutos non si sono verificati e la tornata elettorale si è svolta nella massima tranquillità e trasparenza. Sono state infatti decine le denunce di irregolarità nei seggi che hanno portato gli osservatori, sia interni che internazionali, ad aggiustare il tiro su quelli che sarebbero stati i risultati.
Risultati che per i paraguayani sono stati chiari fin dalle 18, quando nelle strade delle maggiori città sono iniziati i caroselli degni di una calcistica vittoria mondiale e le manifestazioni di giubilo tipiche di chi sembra essersi liberato da un pesante fardello."Abbiamo scritto una pagina nuova nella storia politica del Paraguay – queste le prime parole del neopresidente della Repubblica – se oggi si sogna un Paese migliore, la responsabilità e il merito di questo sogno vanno solo a voi paragauayani, patrioti di questo 20 di aprile ed eroi di un nuovo Paese".
Ad accalamare il vescovo che da domani verrà apostrofato come presidente, una moltitudine indescrivibile di cittadini, si presume più di 100.000, che ha invaso le strade del centro della capitale, Asunciòn, bloccando il traffico sventolando il tricolore al ritmo di danza e dei canti “Se siente, Lugo presidente” e “Que se fue Nicanor”.

Gli sconfitti. Ed è stata probabilmente questa esplosione popolare di giubilo ad aver convinto la candidata Colorada, Blanca Ovelar, ad ammettere candidamente la sconfitta solo un paio di ore dopo la chiusura dei seggi : "Riconosciamo il trionfo del candidato Fernando Lugo e assumiano che i risultati della consultazione popolare sono irreversibili". Parole secche e incontrovertibili quelle della primadonna che, con il 31% delle preferenze, ha dato il volto, o meglio, la faccia alla clamorosa débacle del partito repubblicano più longevo del Sudamerica.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro candidato, l’ex generale Lino Oviedo, allineatosi nelle congratulazioni al neopresidente affermando che "Il Paraguay era disperatamente bisognoso di un cambio alla sua guida. Io proponevo un’alternativa ma quella del senor Lugo è stata evidentemente quella preferita dall’amato popolo. Appoggerò la politica dell’ex vescovo ogni qualvolta questa rappresenti il bene del Paese".

Il futuro. Con la vittoria dell’ Alianza Patriotica para el Cambio - miscellanea di partiti e movimenti della sinistra e del centro-sinistra paraguayani - cade la penultima delle roccaforti latinoamericane alleate della Casa Bianca, già pronta a dirottare gli stealth espulsi dal nuovo Ecuador di Correa, nella cosidetta zona della Tripla Frontera, di cui il Paraguay fa parte assieme a Brasile e Argentina
Pare poi che il (mon)signor Presidente darà del filo da torcere proprio ai suoi grandi vicini. Se infatti, come da programma, pretenderà la rinegoziazione dei penalizzanti trattati energetici sulle due grandi dighe di Itaipù e Yaciretà, colossi dell’idroelettrica costruiti lungo il Rio Paranà, i rapporti diplomatici potrebbero incrinarsi bruscamente. Quello che è certo, ed emerge con forza da questa consultazione popolare è che il Paese segnato da una delle più cruente dittature della seconda metà del ‘900, cerca di rialzarsi e soprattutto di mantenersi sulle proprie gambe. La svolta socialista che ha trasformato la morfologia politica dell’America Latina ha toccato anche questa piccola, ma orgogliosa nazione. Che, paradossalmente, l’uomo che l’ha resa possibile sia anche, e prima di tutto, un uomo di Santa Madre Chiesa per i paraguayani non è altro che il “signo de Dios”.

lunedì 21 aprile 2008

Roma, 22 aprile: presentazione libri sull'America Latina

MARTEDI’ 22 APRILE ALLE ORE 18 PRESSO LA SALA LUIGI PINTOR NELLA SEDE DI CARTA IN VIA DELLO SCALO SAN LORENZO VERRANNO PRESENTATI DUE LIBRI :

AMERICA LATINA – MOVIMENTI SOCIALI E POPOLI INDIGENI di Aldo Zanchetta con la collaborazione di vari esperti latinoamericani e italiani (Coedizione Roberto Massari e Fondazione Neno Zanchetta)

LA COMUNE DI OAXACA di Gustavo Esteva (Condizione Carta e Fondazione Neno Zanchetta)


MIGUEL ALVAREZ GANDARA di SERAPAZ E ANA VALADEZ ORTEGA del COORDINAMENTO DEI MEDICI TRADIZIONALI INDIGENI DEL CHIAPAS ci parleranno della situazione dei movimenti sociali in Messico e più in generale in America Latina.

La tua presenza sarà oltremodo gradita

Cordialmente

Aldo Zanchetta

sabato 19 aprile 2008

Ex-agente di sicurezza accusa i paramilitari di infiltrazione negli organi statali

Brevi

Colombia - 19.4.2008

Peacereporter
-->
Chiamato a testimoniare davanti alla Corte Suprema, l'ex-agente dei servizi segreti Rafael Garcia, ora in carcere per aver cancellato i nomi di alcuni paramilitari dagli archivi statali, ha accusato le istituzioni statali di essere colluse con i paramilitari. Circa 60 membri del Congresso, quasi tutti vicini al presidente Alvaro Uribe, sono accusati di collusione con i paramilitari, creati negli anni '80 per opporsi ai guerriglieri comunisti delle Farc, ma autori di alcuni tra i peggiori crimini della guerra civile. Dal 2003, circa 30.000 paramilitari sono stati smobilitati, ma molti si sarebbero convertiti in bande criminali che controllano il traffico di droga.

venerdì 18 aprile 2008

Seminareio: "El Plan de Vida de los Pueblos frente al Proyecto de Muerte del Capital Transnacional: Una mirada desde Colombia"

Associazione di Scienze Agrarie ed Ambientali Tropicali per la Cooperazione allo Sviluppo

Venerdì 09 Maggio
ORE 16.00
Presso l’ Aula Magna della Facoltà di Agraria, Piazzale delle Cascine 18, Firenze

Giovedì Tropicale in Seminario:
"El Plan de Vida de los Pueblos frente al Proyecto de Muerte del
Capital Transnacional: Una mirada desde Colombia"


RELATORI:
Vilma Almendra & Manuel Rozental

La conferenza è organizzata in collaborazione con la "Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane Colombia Vive! Onlus"

giovedì 10 aprile 2008

Hollman Morris a Roma: Presentazione libro "Sotto Pressione

ASUD INFORMA

CDCA - Centro di Documentazione sui Conflitti AmbientaliFondazione Basso - Sezione internazionaleAssociazione A SUD, in collaborazione con: Rete di Solidarietà "Colombia Vive" presentano: HOLLMAN MORRIS, giornalista colombiano vincitore di premi internazionali per il giornalismoe la difesa dei diritti umani presenta il libro:SOTTO PRESSIONE giovedì 10 aprile, ore 16.30. CDCA - Largo Vittorio Gassmann c/o Bioparco

INTERVENGONO:Franco Ippolito - Consigliere Corte di Cassazione e Membro del Tribunale Permanente dei Popoli, Tana De Zulueta - Vicepresidente Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, Guido Piccoli - giornalista, Marica Di Pierri e Salima Cure - Associazione A Sud. Durante l'iniziativa verrà proiettato un documentario di Hollman Morris

contatti: maricadipierri@asud.net 348.6861204
tribunale@internazionaleleliobasso.it 06/6877774
Per informazioni o contatti con l'Associazione Asud Via Romano Calò 48, 00139 Roma
www.asud.net
redazione@asud.nettel. 0039 068803570

CONVOCATORIA: Marcha del Silencio, contra la Impunidad

60 años de impunidad, Abril 9 de 1948 - abril 9 de 2008

RUEDA DE PRENSA
Fecha: 7 de abril de 2008
Hora: 9:30 a.m.
Lugar: Sede de la Central Unitaria de Trabajadores CUT
Calle 35 No 7-25 Piso 9
Presentación de la agenda unificada de eventos en conmemoración a Gaitán
Marcha del silencio… contra la impunidad
Intervención de Gloria Gaitán, hija de Jorge Eliécer Gaitán

CONVOCAN:
Familiares de Jorge Eliécer Gaitán, Gran Coalición Democrática, CUT, CTC, CGT, Polo Democrático Alternativo, Movimiento Nacional de Víctimas de Crímenes de Estado, Corporación Colombiana de Teatro, Partido Liberal Colombiano, Partido Comunista Colombiano, Unión Patriótica, Juventud Comunista, CINEP, Organizaciones Sociales y Populares, Corporación Viva la Ciudadanía, Indepaz, Comité Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos, Fundación Cultural Rayuela, Programa No Gubernamental de Protección a Defensores de Derechos Humanos, Proyecto Justicia y Vida, Círculo del Pensamiento Crítico Colombiano, Trabajadores de la Cultura y Artistas por la Paz, Asociación de Amigos Jorge Eliécer Gaitán, Hijos e Hijas por la Memoria y contra la Impunidad, Asamblea Permanente de la Sociedad Civil por la Paz, Asociación Minga, Asomujer y Trabajo, Comité de Solidad con los Presos Políticos, Poder y Unidad Popular, Foro Nacional por Colombia, FECODE, Acción Campesina Colombiana, Fuerza Democrática Juvenil, CODHES, Asociación Distrital de Educadores, Fundación Cultura Democrática

CONVOCATORIAMARCHA DEL SILENCIO… CONTRA LA IMPUNIDAD
Miércoles 9 de abril de 2008

Punto de partida: Plaza de Toros, 11:00 de la mañana
Acto simbólico: Avenida Jiménez con carrera séptima, lugar del asesinato de Jorge Eliecer Gaitán, 1:00 pm; para resaltar que él, como muchos y muchas otros líderes sociales asesinados ¡AUN VIVEN!, que sus luchas e ideas son vigentes.
Actos culturales: Plaza de Bolívar, 2:00 pm
Tras 60 años de violencia repetida e impunidad en el país, las víctimas de la violencia y el conjunto de las organizaciones sociales, sectoriales, gremiales y políticas que conformamos el movimiento social en Colombia nos damos de nuevo cita en la plaza pública para "PEDIR QUE HAYA PAZ Y PIEDAD PARA LA PATRIA" y conmemorar, al lado de la memoria de GAITÁN, la vida de miles de líderes, compañeras y compañeros, que en aras de la justicia y la paz han perdido su vida en manos de los actores de la guerra y cuyas muertes no han sido esclarecidas.
"Aquí no hay aplausos . .. Sólo se oye el rumor emocionado de los millares de banderas negras que ( ) se han traído para recordar a nuestros hombres ( y mujeres) tan villanamente asesinados… Pedimos pequeña cosa y gran cosa: que las luchas políticas se desarrollen por cauces de constitucionalidad. ... Sólo os pedimos la defensa de la vida humana, que es lo menos que puede pedir un pueblo".
Estas palabras resonaron en la Plaza de Bolívar hace ya 60 años cuando Jorge Eliecer Gaitan pronunció su "oración por la paz". Clamó por la vida y meses más tarde fue asesinado con el beneplácito de quienes desde el poder ocultaban "tras la bondad de las palabras la impiedad contra los hombres de su pueblo". La voz premonitoria de Gaitán había advertido sobre la urgencia de grandes rectificaciones para evitar una historia de violencia y había llamado a la "reconstrucción moral y democrática" de Colombia para hacer posible un Estado de Derecho con dignidad y bienestar de la mayoría. No le pedía al gobierno que asumiera el ideario del "socialismo con democracia" que promovió en su partido, sino el derecho a hacer la oposición sin ser calificado de indeseable o conspirador.
Contra las advertencias de Gaitán hemos recorrido en Colombia décadas de violencia y de antidemocracia en las que solo se pueden rescatar treguas cortas arrancadas a la barbarie. La "violencia" que se agigantó después del 9 de abril de 1948 se prolongó por más de una década con cerca de 200.000 asesinatos políticos. El pacto del Frente Nacional prometió concordia pero sirvió para imponer por la fuerza y el Estado de Sitio un régimen arbitrario. Desde entonces a la fecha no han cesado las violencias en Colombia que son la forma trágica de la imposición de formas de poder, de acumulación de riquezas legales e ilegales, de exclusión social y desconocimiento de derechos fundamentales, económicos, sociales y colectivos. Y desde otro lado también son expresión de la incapacidad para resolver el conflicto abierto por el levantamiento armado contra el Estado que ha confluido con la guerra de las mafias y carteles de la delincuencia organizada. La antidemocracia y la violencia desde arriba encontró violencia armada desde abajo y a la postre se han alimentado mutuamente en una cadena de degradación en la que los polos de guerras insensatas se necesitan para auto justificarse.
Han sido décadas de crímenes atroces y de impunidad. Ni los autores intelectuales y materiales han sido develados y juzgados, las victimas no han sido reparadas y la sociedad entera continua bajo el signo de la injusticia.
Y aquí nos encontramos de nuevo llamando a un gran pacto que permita "la reconstrucción" de la República. Las grandes conquistas de la Constitución Política de 1991 y del compromiso de edificar el Estado Social de Derecho como programa de paz, han sido atacadas por quienes se han empeñado en entronizar un régimen de mafias, clientelas y concentración del poder y la riqueza. Muchas instituciones han caído en la ilegitimidad por obra de parapolíticos y corruptos que recurrieron de nuevo a la violencia para apoderarse de pilares del Estado. El Estado Social de Derecho está siendo socavado en beneficio de un modelo de desarrollo excluyente, que expropia y empobrece al campesino y al productor nacional y que se basa en hacer más pobres a los asalariados y las capas medias de la ciudad y del campo. En lugar de caminos de paz, desde la cúspide del poder solo se enarbolan banderas de guerra; y a la cadena de inhumanidad ayudan quienes recurren a practicas atroces y persisten en el uso de las armas para luchar por poderes y negocios.
Después de Gaitán muchos han caído clamando por la paz y su sacrificio sigue impune. Rodrigo Lara, Bernardo Jaramillo, Jaime Pardo Leal, Luis Carlos Galán, Carlos Pizarro solo encabezan la larga lista de esta marcha silenciosa. Aquí están los millones de desplazados, los millares de desaparecidos y secuestrados, los huérfanos y las viudas, demandando otra vez que cese la violencia. Que se silencien los fusiles y pare la atrocidad. Que prime el derecho a la vida, a la libertad y a la existencia digna. Aquí está el clamor de las víctimas exigiendo la garantía de verdad, justicia, reparación y no repetición; la demanda de los pobres, de los indigentes y de todos los sectores de la sociedad, de hacer realidad el derecho a la paz desde la democracia y la equidad.
Después de 60 años de la oración de Jorge Eliecer Gaitán nos encontramos aquí para pedir que pare la violencia y cesen las confrontaciones armadas. Que se respeten las normas humanitarias, se libere de inmediato a los secuestrados, se de cuenta de los desaparecidos y se hagan los diálogos y acuerdos humanitarios y los que sean necesarios para que primen las soluciones políticas pacificas.
Este 9 de abril de 2008, volvemos a decir:
"Bienaventurados los que no ocultan la crueldad de su corazón, los que entienden que las palabras de concordia y de paz no deben servir para ocultar los sentimientos de rencor y exterminio".

sabato 5 aprile 2008

LO SCAMBIO UMANITARIO E' L'UNICA VIA PER SALVARE INGRID BETANCOURT

Roma, 4 aprile 2008

"Ora che le notizie sulla salute di Ingrid Betancourt sono molto drammatiche, sempre più urgente e necessaria è la via del negoziato e del dialogo, unico mezzo per salvare le vite umane: le FARC però siano capaci subito di un gesto forte per la liberazione immediata di Ingrid, come hanno fatto in passato con altri ostaggi.

Il Presidente Uribe e le Farc, insieme, hanno la responsabilità morale e non solo politica di raggiungere al più presto un accordo che preveda lo scambio umanitario basato sulla liberazione degli ostaggi ancora sequestrati nelle selve colombiane dalle FARC così come dei militanti delle FARC nelle carceri colombiane.

La mediazione internazionale e la mobilitazione dell'opinione pubblica in tutto il mondo sono altrettanto fondamentali per contribuire a creare le condizioni per un accordo umanitario indispensabile, come ricordano il Comitato di Sostegno per la liberazione di Ingrid Betancourt e di tutti gli ostaggi, i parenti di Ingrid e il Comitato dei famigliari degli altri ostaggi o gli stessi ex sequestrati liberati dalle FARC, tra cui Consuelo Gonzales, che quotidianamente invocano il ritorno alle trattative tra Uribe e le FARC, condannando al contempo la pratica dei rapimenti e ogni azione militare che potrebbe mettere a repentaglio le sorti degli ostaggi.

Per questo raccolgo e rilancio l'appello lanciato in questi giorni da Lorenzo Delloye, 20 anni, figlio di Ingrid Betancourt per l'adesione alla marcia silenziosa per la sua liberazione, che si svolgerà a Parigi e in molte città della Francia, domenica 6 aprile, auspicando che simili manifestazioni di sostegno avranno luogo anche in Italia, dove finora è stata ampia la solidarietà e l'impegno dimostrati in varie mobilitazioni, come a Bologna dove il Comitato per la Memoria e il Centro Ufficio Lavoratori Stranieri della CGIL hanno chiesto al Comune di assegnare a Ingrid la cittadinanza onoraria, seguendo l'esempio di altre duecento città nel mondo".

Per info Luisa Morgantini 0039 348 39 21 465 o Francesca Cutarelli 0039 340 56 49 335
luisa.morgantini@europarl.europa.eu; www.luisamorgantini.net;

giovedì 3 aprile 2008

Lettera di 26 Europarlamentari al Presidente Uribe per omicidi dopo la marcia del 6 marzo

31 de marzo de 2008

Alvaro Uribe Vélez
Presidente de la República de Colombia

Señor Presidente,
Los parlamentarios y parlamentarias europeos que suscribimos esta comunicación
estamos profundamente preocupados por las informaciones que hemos recibido sobre
los asesinato los ultimos días de varios sindicalistas, dirigentes políticos y defensores
de derechos humanos, y por las amenazas proferidas ahora contra líderes sociales y
defensores de derechos humanos que convocaron a la marcha pacífica de homenaje a
las víctimas el pasado 6 de marzo.

Las informaciones sobre estos amenazas provienen de organizaciones sociales y de
derechos humanos colombianas así como de la Oficina de la Alta Comisionada para
los Derechos Humanos (OACNDUH) que ha manifestado su preocupación en
comunicado del pasado 13 de marzo.

Los autores de las amenazas dicen ser organizaciones paramilitares autodenominadas
"Águilas Negras" y han incluido listas de personas contra quienes planean cometer
atentados. En su comunicado la OACNUDH afirma lo siguiente:
“Es urgente una acción decidida para aclarar el atentado del 28 de febrero
con arma de fuego contra el domicilio de la señora Luz Adriana González,
miembro del Comité Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos y
promotora de la marcha del 6 de marzo en Pereira; y los homicidios de los
señores Edgar José Molina (colaborador de Huipaz) el 23 de febrero, en
Algeciras, Huila; Manuel José Reina Collazos (miembro del Partido
Conservador) el 25 de febrero, en Vijes, Valle; Leonidas Gómez Rozo
(dirigente del sindicato UNEB) el 5 de marzo, en Bogotá; y Carlos Burbano
(directivo del sindicato ANTHOC) cuyo cadáver apareció el 11 de marzo, en
San Vicente del Caguán, Caquetá.”

Señor Presidente: los asesinatos y atentados contra estas personas merecen todo
nuestro repudio. Nos parece importante igualmente que usted se pronuncie sobre estos
hechos y dé un apoyo claro a la labor de los defensores de derechos humanos.
Le instamos a velar porque el Estado colombiano utilice todos los medios previstos
por la Constitución y las leyes para investigar y sancionar a los responsables de estos
crímenes. Estos crímenes nos llevan a tomar muy en serio las amenazas que están
circulando en Colombia contra los organizadores de la marcha del 6 de marzo e
instamos a su gobierno a que garantice la pronta y eficaz protección a los defensores
de derechos humanos y los líderes sociales objeto de dichas amenazas.
Consideramos que esta situación viene a corroborar las informaciones según las
cuales el paramilitarismo no es un fenómeno superado en Colombia, pues mantiene su
capacidad criminal a nivel nacional.

Atentamente,
Vittorio AGNOLETTO, eurodiputado de Italia
John BOWIS, eurodiputado del Reino Unido
Vice Presidente Delegación en la Asamblea Parlamentaria Paritaria ACP-UE
Gabriela CRETU, eurodiputada de Rumania
Vice presidente Delegación para las Relaciones con los Países de la Comunidad
Andina
Jill EVANS, eurodiputada del Reino Unido
Monica FRASSONI, eurodiputada de Italia
Patrick GAUBERT, eurodiputado de Francia
Vice Presidente Subcomisión de Derechos Humanos
Hélène FLAUTRE, eurodiputada de Francia
Presidenta Subcomisión de Derechos Humanos
Ana GOMES, eurodiputada de Portugal
Vice Presidente Subcomisión de Seguridad y Defensa
Umberto GUIDONI, eurodiputado de Italia
Satu HASSI, eurodiputada de Finlandia
Vicepresidente Comisión de Medio Ambiente, Salud Pública y Seguridad Alimentaria
Jens HOLM, eurodiputado de Suecia
Richard HOWITT, eurodiputado del Reino Unido
Vice Presidente Subcomisión de Derechos Humanos
Marianne ISLER BÉGUIN, eurodiputada de Francia
Presidente Delegación en las comisiones parlamentarias de cooperación UE-Armenia,
UE-Azerbaiyán y UE-Georgia
Jean LAMBERT, eurodiputada del Reino Unido
Alain LIPIETZ , eurodiputado de Francia
Presidente Delegación para las Relaciones con los Países de la Comunidad Andina
Diamanto MANOLAKOU, eurodiputada de Grecia
Helmut MARKOV eurodiputado de Alemania,
Presidente de la Comisión de Comercio Exterior
Willy MEYER PLEITE, eurodiputadado de España,
Vice- presidente de la Asamblea bi-regional EUROLAT
Luisa MORGANTINI, eurodiputada de Italia
Vice presidente del Parlamento Europeo
Tobias PFLÜGER, eurodiputado de Alemania
Vice Presidente Delegación para las Relaciones con los Estados del Golfo, incluido el
Yemen
Raul ROMEVA, eurodiputado de España
Bart STAES, eurodiputado de Bélgica
Patrizia TOIA, eurodiputada de Italia
Georgios TOUSSAS, eurodiputado de Grecia
Feleknas UCA, eurodiputada de Alemania
Sahra WAGENKNECHT, eurodiputada de Alemania