giovedì 29 gennaio 2009

IGNOMINIA SENZA LIMITI

Ancora una volta il Governo colombiano, attraverso la Brigata 17 dell'Esercito, annuncia che sterminerà la Comunità di Pace di San José di Apartadó. Negli ultimi 12 anni ha ripetuto innumerevoli vole che ci sono due forme per distruggerla: sottomettendo i suoi leader ed i suoi membri a montature giudiziarie per metterli in prigione e togliergli la loro libertà o avvalendosi dei gruppi paramilitari per toglierli la vita o tenerli costantemente sotto la minaccia della morte. Negli ultimi anni, è ricorso anche alla corruzione, avvalendosi del denaro del programma di "Azione Sociale della Presidenza della Repubblica" per attirare e premiare chi prende le distanze dalla Comunità di Pace e si rendano disponibili per attaccarla e stigmatizzarla.

Sabato 17 gennaio 2009, Reinaldo Areiza, membro della nostra Comunità di Pace, ha ricevuto una chiamata telefonica da Wilfer Higuita, un giovane che prima abitava nella vereda La Unione, che gli disse che sapeva che vari leader ed accompagnanti della Comunità di Pace avevano problemi molto seri con la Fiscalia, ma che c'era una persona che avrebbe potuto aiutarli a risolvere quei problemi. Reinaldo gli rispose che lui non aveva nessun problema con la Fiscalia e che pertanto non aveva bisogno di parlare con nessuno. Meno di cinque minuti dopo, Reinaldo ha ricevuto una chiamata dal numero di cellulare. 312-7206117, di qualcuno che si identificò come un Colonello della Brigata XVII che gli disse che voleva conversare con lui in relazione al alcuni problemi della Comunità. Siccome Reinaldo gli rispose che non aveva niente di cui parlare con loro e che la Comunità non aveva problemi giudiziali, il Colonnello gli disse che cercavano il suo aiuto per distruggere la Comunità di Pace, e che per questo gli avrebbero offerto molto denaro. Gli chiese anche aiuto per consegnare due guerrigliere che desiderano unirsi all'Esercito, offrendogli due milioni di pesos per ogni consegna. Di fronte alla richiesta di incontrarsi per concretizzare le offerte, Reinaldo rifiutò chiaramenete qualunque accordo.

Negli ultimi mesi, dicembre 2008 e gennaio 2009, membri ed accompagnanti della Comunità di Pace hanno ricevuto molti messaggi di allerta da parte di persone che hanno contatti con funzionari dello Stato, a livello locale, dipartimentale e nazionale che affermano che a causa del reinserimento del guerrigliero alias "SAMIR", che fu comandante di una compagnia del Quinto Fronte delle FARC che ha operato nelle vicinanze di San José di Apartadó, la Brigata XVII, in azione congiunta con la Fiscalia, prepara montature di grandi proporzioni contro leader della Comunità di Pace e contro alcuni accmpagnanti, come il Padre Javier Giraldo e l'ex Sindaco di Apartadó, D.ssa. Gloria Quartas. A quanto sembra, il fatto stesso che la consegna di "SAMIR" sia stata mantenuta in gran segreto da parte di tutti i mezzi di informazione per più di due mesi, mentre detto smobilitato è tenuto illegalmente nell’ insediamento della Brigata XVII per preparare la montatura giudiziaria, risponde al piano di utilizzarlo come "testimone" contro la Comunità di Pace.

Le relazioni di "SAMIR" con la Comunità di Pace furono sempre conflittuali. La Comunità lo denunciò pubblicamente per l'assassinio di vari contadini che ingiustamente erano stati accusati di essere paramilitari, mentre lui segnalò la posizione della Comunità di non voler dare nessuno appoggio logistico a nessun attore armato.

Ma questa non è la prima volta che l'Esercito, congiuntamente alla Fiscalia, cerca di costruire montature giudiziarie partendo dalle "testimonianze" degli smobilitati della guerriglia o delle milizie della zona. Soprattutto a partire dalla politica di "smobilitazione" dell'attuale governo, la Brigata XVII ha cominciato a trasformare il piano di sterminio della Comunità di Pace attraverso esecuzioni extragiudiziali, sparizioni, massacri, bombardamenti e sfollamenti di massa, con processi giudiziari falsi (imbrogliati), per cui sta esercitando nella regione un duro controllo della dell'amministrazione di giustizia.

Oggi è l'Esercito che decide chi deve essere perseguito giudizialmente e chi no. I paramilitari apparentemente“smobilitati” non sono perseguiti, anche se hanno perpetrato crimini orrendi di lesa umanità e controllino oggi il centro urbano di San José, incluso il traffico di droga che lì si organizza e la prostituzione, in connivenza con la Forza Pubblica. Al contrario, gli ex miliziani che si videro forzati negli anni passati - per non dovere abbandonare i loro appezzamenti, che rappresentavano l’ unico mezzo di sussistenza - a collaborare con la guerriglia in ruoli secondari, come nelle coltivazioni agricole o per dare informazione sui movimenti dell'Esercito, e che appena possibile si allontanarono dalla guerriglia di loro propria iniziativa, loro sì che sono perseguiti con accanimento dalla Brigada/Fiscalía.

Da 2003, la Comunità di Pace ha denunciato casi di montature giudiziarie smisuratamente sfacciati, nei quali si evidenzia che la Brigata XVII maneggia il potere giudiziale. Al di là di decidere chi si persegue e chi no, militari e poliziotti effettuano catture senza ordine giudiziale, e quando eventualmente qualche pubblico ministero glielo rimprovera ed ordina la liberazione dei detenuti, prima di farlo hanno concertato già con lui/la Fiscaldi turno un nuovo ordine di cattura appoggiandosi sulle "prove" che quelli gli hanno lasciato. Dette prove sono, per la maggioranza delle volte, "attestazioni" di "smobilitati", o relazioni della intelligencia confezionati dalla Forza Pubblica, o "ordini di battaglia" della stessa origine. La Comunità di Pace ha potuto comprovare che coloro che sono portati alla Brigata o al posto di Polizia o a quello del DAS, a volte sotto tortura, altre volte bassi ricatti, altre volte con basse ricompense o promesse, sono obbligati a proferire accuse contro i leader e membri della Comunità, attraverso dichiarazioni nelle quali si raccontano fatti non verificabili colmi di falsità, ma che i militari sostentano davanti ai pubblici ministeri e giudici con lo stratagemma di "pluralità di attestazioni", appoggiandosi sul principio tacito che varie bugie configurano una verità.

Per evitare qualunque sviluppo probatorio, i detenuti attraverso la violazione di numerose norme processuali, sono obbligati a rifugiarsi nella formula di "sentenza anticipata", strategia che la stessa Defensoria del Pueblo ha consigliato tentando di convincere le vittime che non hanno un'altra via di uscita,contribuendo così alle direttive del Governo centrale che cerca di ingrossare le statistiche di smobilitazione, per migliorare la sua politica di immagine davanti alla comunità internazionale.

Recentemente la Comunità ha sollecitato l’Alta Corte [Costituzionale] che dichiari lo "statodi cose incostituzionale” nella zona di Urabá, perché lì si sono violati in forma sistematica molti principi costituzionali, come il principio della separazione di poteri, quello dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, quello del dovuto processo, il principio di legalità, il diritto ad essere giudicati da giudici e da tribunali indipendenti, competenti ed imparziali, e la maggioranza dei Principi fondamentali del Codice di Procedimento Penale, come l'idoneità dei testimone, l'imparzialità ed equilibrio di tutti gli attori processuali, le catene di custodia delle prove materiali, l'invalidità di prove di riferimento, l'esame delle causali di non imputabilità o di minore punibilità, la difesa tecnica e di molti altri. Sono stati identificati numerosi funzionari corrotti ed è stato chiesto caldamente alla Corte che fossero allontanati dalle loro funzioni giudiziali e si è dimostrato che molte persone della Comunità e dei suoi dintorni sono stati illegalmente ed ingiustamente private della loro libertà per mesi ed anni e che per questo devono essere indennizzate dallo Stato.

In molti dei processi corrotti che si sono realizzati contro i membri della Comunità o contadini del suo territorio, si è verificato che gli ex miliziani "smobilitati" sono stati obbligati da membri della Forza Pubblica a dichiarare che la Comunità ha fatto donazioni in denaro, alimenti, macchinari e perfino di armi alla guerriglia comandata dall’ alias "SAMIR". Numerose “favole” - che riposano negli espedienti senza nessun sostentamento probatorio, ma che scandalizzano per l'audacia delle falsità ricompensate e rimunerate -, vogliono fare credere che alias "SAMIR" è colui che ha dettato le direttrici fondamentali della Comunità di Pace, quando la verità è che la Comunità ha censurato sempre e pubblicamente i delitti dell’alias SAMIR e le sue pressioni. Non c'è dubbio che, ora che egli sta lavorando con la Brigata XVII, gli offriranno numerose prebende e rimunerazioni affinché si inventi chi sa quante "collaborazioni" della Comunità con la sua struttura insurgente, con l’obiettivo di potere giudizializzare i suoi leader, membri ed accompagnatori.

Non poche volte abbiamo comprovato che la Brigata XVII remunera con molti milioni di pesos, non solo le false dichiarazioni, ma anche le morti dei contadini ed i furti e le rapine che sono state perpetrati contro la Comunità, come il furto del computer della Comunità nel Luglio di 2006 o il massacro di 6 giovani nel villaggio de La Cristallina il 26 dicembre di 2005.

A partire dal massacro del febbraio 2005 nei villaggi di Mulatos e La Resbalosa, la Brigata in connivenza con la Vicepresidenza della Repubblica, ha fatto ricorso a falsi testimoni per costruire una versione falsa del crimine da vendere al Corpo Diplomatico e alla Comunità Internazionale. Solo la costanza di un gruppo di congressisti degli Stati Uniti che si propose di investigare e fare luce su tanto orrendo crimine, ha obbligato la Fiscalia ad abbandonare la montatura ordita dal Governo e a processare i militari che lo perpetrarono; ma più di 600 crimini di lesa umanità continuano in assoluta impunità grazie alla manipolazione di tale modello di giustizia controllato minuziosamente per la Brigada/Fiscalía. La Comunità ha comprovato offerte di milioni di pesos della Brigata affinché contadini privati della loro libertà dichiarino che le vittime dei crimini dell'Esercito erano guerriglieri e che morirono in "combattimento."

Tanta corruzione e tanta ignominia delle Istituzioni dello Stato che pretendono di professare rispetto per la Costituzione e le leggi, ci spinge a sollecitare nuovamente la comunità internazionale, le persone con principi etici e le reti di solidarietà che ci hanno sempre appoggiato nella richiesta del rispetto dei nostri diritti elementari e ad un nuovo richiamo al Governo colombiano, una nuova censura per le sue iniquità ed una nuova esigenza di rispetto al Diritto e l'Etica.

Comunità di Pace di San José di Apartadó
Gennaio 28 di 2009

Comunità di Pace di San José di Apartadó
http://www.cdpsanjose.org

mercoledì 21 gennaio 2009

PIOMBO IMPUNITO

Scritto da Eduardo Galeano.

Per giustificarsi, il terrorismo di stato fabbrica terroristi: semina odio e raccoglie pretesti. Tutto indica che questa macelleria di Gaza, che secondo gli autori vuole sconfiggere i terroristi, riuscirà a moltiplicarli.
Dal 1948 i palestinesi vivono una condanna all'umiliazione perpetua. Senza permesso non possono nemmeno respirare.
Hanno perso la loro patria, la loro terra, l'acqua, la libertà, tutto. Non hanno nemmeno il diritto di eleggere i propri governanti. Quando votano chi non devono, vengono castigati. Gaza viene castigata. Si è trasformata in una trappola per topi senza uscita da quando Hamas vinse limpidamente le elezioni nell'anno 2006. Qualcosa di simile era accaduto nel 1932, quando il Partito Comunista aveva trionfato nelle elezioni in Salvador. Inzuppati nel sangue, i salvadoregni espiarono la loro cattiva condotta e da allora vivono sottomessi a dittature militari. La democrazia è un lusso che non tutti meritano.
Sono figli dell'impotenza i razzi caserecci che i militanti di Hamas, rinchiusi a Gaza, sparano con mira pasticciona sopra le terre che erano state palestinesi e che l'occupazione israeliana ha usurpato. E la disperazione, al limite della pazzia suicida, è la madre delle spacconate che negano il diritto all'esistenza di Israele, urla senza alcuna efficacia, mentre una molto efficace guerra di sterminio sta negando, da anni, il diritto all'esistenza della Palestina.
Già non ne resta molta, di Palestina. Passo dopo passo Israele la sta cancellando dalla mappa. I coloni invadono, e dietro di loro i soldati modificano la frontiera. I proiettili sacralizzano il furto, in legittima difesa. Non c'è guerra aggressiva che non dica d'essere guerra difensiva. Hitler invase la Polonia per evitare che la Polonia invadesse la Germania. Bush invase l'Iraq per evitare che l'Iraq invadesse il mondo. In ognuna delle sue guerre difensive Israele ha inghiottito un altro pezzo di Palestina, e il pasto continua. Il divorare si giustifica con i titoli di proprietà che la Bibbia ha assegnato, per i duemila anni di persecuzioni che il popolo ebreo ha sofferto, e per il panico causato dai palestinesi che hanno davanti.
Israele è il paese che non adempie mai alle raccomandazioni e nemmeno alle risoluzioni delle Nazioni unite, che non si adegua mai alle sentenze dei tribunali internazionali, che si fa beffe delle leggi internazionali, ed è anche il solo paese che ha legalizzato la tortura dei prigionieri.
Chi gli ha regalato il diritto di negare tutti i diritti? Da dove viene l'impunità con cui Israele sta eseguendo la mattanza di Gaza? Il governo spagnolo non avrebbe potuto bombardare impunemente il Paese Basco per sconfiggere l'Eta, né il governo britannico avrebbe potuto radere al suolo l'Irlanda per liquidare l'Ira. Forse la tragedia dell'Olocausto comprende una polizza di impunità eterna? O quella luce verde proviene dalla potenza più potente, che ha in Israele il più incondizionato dei suoi vassalli? L'esercito israeliano, il più moderno e sofisticato del mondo, sa chi uccide. Non uccide per errore. Uccide per orrore. Le vittime civili si chiamano danni collaterali, secondo il dizionario di altre guerre imperiali. A Gaza, su ogni dieci danni collaterali tre sono bambini. E sono migliaia i mutilati, vittime della tecnologia dello squartamento umano che l'industria militare sta saggiando con successo in questa operazione di pulizia etnica.
E come sempre, è sempre lo stesso: a Gaza, cento a uno. Per ogni cento palestinesi morti, un israeliano.
Gente pericolosa, avverte l'altro bombardamento, quello a carico dei mezzi di manipolazione di massa, che ci invitano a credere che una vita israeliana vale quanto cento vite palestinesi. Questi media ci invitano a credere che sono umanitarie anche le duecento bombe atomiche di Israele, e che una potenza nucleare chiamata Iran è stata quella che ha annichilito Hiroshima e Nagasaki.
È la cosiddetta comunità internazionale, ma esiste? È qualcosa di più di un club di mercanti, banchieri e guerrieri? È qualcosa di più di un nome d'arte che gli Stati uniti si mettono quando fanno teatro?
Davanti alla tragedia di Gaza l'ipocrisia mondiale brilla una volta di più. Come sempre l'indifferenza, i discorsi inutili, le dichiarazioni vuote, le declamazioni altisonanti, i comportamenti ambigui rendono omaggio alla sacra impunità.
Davanti alla tragedia di Gaza i paesi arabi si lavano le mani. Come sempre. E come sempre i paesi europei se le fregano.
La vecchia Europa, tanto capace di bellezza e di perversione, sparge una lacrima o due mentre segretamente celebra questo colpo maestro. Perché la caccia agli ebrei è sempre stata un'abitudine europea, ma da mezzo secolo questo debito storico viene fatto pagare ai palestinesi, che pure sono semiti e non sono mai stati, e non sono, antisemiti. Essi stanno pagando, in sangue contante e sonante, un conto altrui.
(Questo articolo è dedicato ai miei amici ebrei assassinati dalle dittature latinoamericane sostenute da Israele)

copyright Ips/il manifesto

martedì 20 gennaio 2009

VANDANA SHIVA A ROMA


Vandana Shiva sarà a Roma il 24 gennaio per affermare il diritto delle popolazioni del Sud del mondo alla sovranità sulle proprie risorse naturali e sui propri saperi. L’Evento internazionale "Knowledge, Health and Food for All - Sviluppo senza brevetti" a cui prenderà parte sarà il momento conclusivo di una Campagna triennale promossa dalle ONG del Cocis sul tema della relazione esistente tra la protezione dei diritti di proprietà intellettuale ed i processi di sviluppo nei Paesi più poveri del mondo, con particolare riferimento alle ripercussioni sul settore sanitario, sul settore agricolo, sulla biodiversità e sui saperi locali. L’abuso dei brevetti e l’attuale legislazione internazionale sulla proprietà intellettuale (TRIPs) stanno permettendo alle grandi Corporations d’impossessarsi del patrimonio genetico mondiale e dei relativi saperi. Questa epidemia di brevetti colpisce soprattutto i paesi del sud del mondo, dove geni di piante utilizzate nella medicina e nell'agricoltura tradizionali vengono utilizzati per trasformare un bene comune in profitti privati, violando costantemente i diritti umani, la difesa della salute e dell'ambiente. Durante l’evento saranno presentati i Documenti politici elaborati dalla Campagna che saranno discussi con interlocutori politico-istituzionali, funzionari e tecnici del settore, Organizzazioni Non Governative ed Associazioni italiane, francesi e dei Paesi del Sud (Bolivia, Ecuador, Etiopia), Università e Rappresentanti dell’Ufficio Italiano Brevetti. Tana De Zulueta, giornalista ed ex-parlamentare, modererà l’incontro. A partire dalle 18:30 il pubblico verrà coinvolto in uno spettacolo teatrale “Il Caso Neem”, ispirato alla battaglia per impedire la brevettazione della pianta indiana Neem che ha visto come protagonista la stessa Vandana Shiva.

24 gennaio 2009
dalle ore 15.00 alle 21.00
Auditorium “Aldo Farina” - Comitato Italiano UNICEF
Via Palestro 68 (Zona Termini) – Roma
Per informazioni:
Ricerca e Cooperazione – tel. 06.70701824 / 27 e.soldano@ongrc.org
Ufficio Stampa – tel. 340.6741705 – alessandra.sgro@cocis.it
Ingresso libero

giovedì 8 gennaio 2009

Preghiera per il nuovo anno, scritta da un giovane contadino della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò


Signore, alla fine di questo anno voglio ringraziarti per tutto quello che ho ricevuto da te, grazie... per la vita e l’amore, per i fiori, l’aria e il sole… per l’allegria e il dolore, per quello che è stato possibile e per quello che non ha potuto esserlo.
Ti regalo quanto ho fatto quest’anno, il lavoro che ho potuto compiere e le cose che sono passate per le mie mani e quello che con queste ho potuto costruire.
Ti offro le persone che ho sempre amato, le nuove amicizie, quelli a me più vicini, quelli che sono più lontani, quelli che se ne sono andati, quelli che mi hanno chiesto una mano e quelli che ho potuto aiutare, quelli con cui ho condiviso la vita, il lavoro, il dolore e l’allegria.
Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono per il tempo sprecato, per i soldi spesi male, per le parole inutili e per l’amore disprezzato, perdono per le opere vuote, per il lavoro mal fatto, per vivere senza entusiasmo e per la preghiera sempre rimandata, per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi, semplicemente… ti chiedo perdono.
Signore Dio, signore del tempo e dell’eternità, tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, e, all’inizio di un nuovo anno, io fermo la mia vita davanti al calendario ancora da inaugurare e ti offro quei giorni che solo tu sai se arriverò a vivere.
Oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria, la forza e la prudenza, la carità e la saggezza.
Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà, chiudi le mie orecchie a ogni falsità, le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste o in grado di ferire, apri invece il mio essere a tutto quello che è buono, così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni e le sparga a ogni mio passo, riempimi di bontà e allegria perché quelli che convivono con me trovino nella mia vita un po’ di te.
Signore… dammi un anno felice e insegnami e diffondere felicità. Nel nome di Gesù, amen.
Buon anno 2009
Arley Tuberquia

GAZA PRIMA DEL PROCESSO DI PACE….CHE TRIONFI LA VERITA’!!!


Mentre sto scrivendo ho molta rabbia, dolore, sofferenza, impotenza e delusione in me. Stiamo assistendo in questi giorni ad una delle più incredibili situazioni di indifferenza mondiale “in tempi di pace” mai vista in questi ultimi anni. Assai vicino a quella del Rwanda del 1994, quando un genocidio di tre mesi uccise quasi un milione di persone. E il mondo stava a guardare….nessuno si muoveva!! Come al solito tanti proclami, tanta diplomazia ma niente di più!! Come sta succedendo ora….!!!
C’è tanta confusione e una marea di notizie di cronaca e di immagini che ci fanno orrore e dolore. Una carneficina che sembra inarrestabile. Vedo la televisione Al Jazeera da amici qui vicino e dicono certe “verità-numeri-storie”. Vedo la televisione italiana o giornali locali israeliani e le “verità-numeri-storie” sembrano diverse!! Ma dove sta la Verità?? E noi europei e occidentali prendiamo posizione senza conoscere veramente….!! Politici europei che si mettono dalla parte di Israele perché comunque “è legittima difesa. Israele ha il diritto di difendersi dai razzi di Hamas!”. Quante volte ho e abbiamo sentito questa frase da tutti i politici europei e americani!! Tanta ipocrisia dai politici nostrani e internazionali e dai mass media che usano linguaggi anche loro molto di parte e ambigui. E mi chiedevo: “ma questa gente è mai stata più di una settimana in questo paese e girato senza guardie del corpo e diplomatici israeliani o palestinesi? Ha mai sentito le grida di dolore di tanta gente innocente che soffre in questa Terra chiamata Santa?”.
Questa riflessione non vuole essere di parte anche se è difficile non esserlo. Sono stato e lo sono ancora di parte per gli innocenti, i bambini, le donne e i poveri che da sempre in tutto il mondo e non solo a Gaza vengono massacrati da politiche miopi, povertà o da guerre d’interesse. Ma questa situazione non è solo di oggi!! Viene da lontano, nel tempo, nella storia e nello spazio di questi due popoli e dei loro protettori e alleati.
Una persona amica mi scrive: “Servirebbe più informazione chiara, libera, vera e soprattutto dalla parte degli ultimi, quelli che non difende nessuno, neanche colui che dice e crede di farlo ma solo a proprio interesse: Hamas . Io sento, quando mi capita di parlare con la gente comune, in paese, discorsi di cui si comprende bene la mancanza di una base minima d'informazione.... non so se dipende anche dal fatto che, dopotutto, pensare solo a sé stessi è meno faticoso”. Grazie di queste parole perché sono oneste e purtroppo sempre vere per tutti noi ma specialmente quando succedono fatti ed eventi storici come quello di Gaza in un tempo di festa come quello del Natale. La gente prova un senso di fastidio e di rigetto a vedere e sentire queste notizie e immagini quasi a volerle rigettare e rinnegare perché rovinano “le feste”!!! Eppure sono crudele realtà di tutti i giorni in tante parti del mondo. Sono proprio da guardare, interiorizzare perché vere e da non dimenticare perché presto saranno immagini che vedremo più spesso anche dalle nostre parti. Poniamoci delle domande di senso e cercare la verità del perché stanno succedendo queste barbarie in questo mondo malato di potere, idolatria, egoismo, finanza, ingiustizia e fondamentalismi vari e non solo religiosi.
Per me è stato come rivivere ciò che ho già vissuto nel Natale 2007. Il 27 Dicembre 2007 era il giorno più atteso delle elezioni generali in Kenya. Vivevo a Korogocho in Kenya, una delle più grandi baraccopoli di Nairobi, la capitale. Proprio lo stesso giorno in cui il governo israeliano ha deciso di attaccare la striscia di Gaza e Hamas nel 2008. Se ricordate in Kenya fu una guerra che mi e ci coinvolse pienamente e per due mesi la tensione, la divisione, la morte e il sangue fu pane quotidiano per il popolo Kenyano. Korogocho era uno degli epicentri di questa lotta e crudele storia. Alla fine si contarono più di 1500 morti e oltre 350.000 persone rifugiate nel loro stesso paese. Il rischio di un olocausto stile Rwanda era cosa molto possibile come “soluzione” da quel tribalismo strumentalizzato e misto a interessi di pochi politici e gruppi di potere. Soltanto un anno fa!
Tutti i potenti accorsero al capezzale di un paese alla deriva e insanguinato, senza soluzioni e futuro. L’Unione Europea, gli USA, l’ONU (che guarda caso ha due quartieri generali importanti proprio a Nairobi), la Unione Africana e tanti altri. Tanta diplomazia, tante parole e ancora una volta per lungo tempo senza toccare le verità delle questioni. Intanto mentre i diplomatici cercavano di mettere insieme le due fazioni, i poveri morivano senza che nessuno li difendesse davvero. In Kenya come a Gaza, come in Congo, come in Darfur ecc……!! Ma ciò che era importante per le superpotenze e interessi di gruppi vari era salvaguardare il Kenya per la sua posizione strategica geografica nell’Africa dell’Est e Oceano Indiano ma anche per un controllo militare, politico, economico e di risorse. Dalla sua capitale Nairobi “tutto è possibile” nella regione sia nel continente (basta guardare i suoi confini…). Ma anche controllare i paesi arabi, l’India e la Cina, nuove forze emergenti nel continente!! Abbiamo dovuto assistere a uccisioni e scontri tra poveri per circa due mesi prima di arrivare a un accordo fortemente voluto da Americani ed Europei forzando le parti tramite l’ex segretario ONU, Kofi Annan. Perchè il Kenya non era il Rwanda…..!! Ipocrisia della politica internazionale: due pesi, due misure!! Così come oggi ci troviamo di fronte a questo dramma palestinese. Gli USA avallano le scelte di Israele quindi via libera. Due pesi e due misure!! Potremmo anche ricordare altri interventi immediati nei quali i paesi occidentali sono stati tempestivi a chiedere e operare per il cessate il fuoco. Ma quando ci sono alleanze forti…..

Ma la storia si ripete……
Oggi vivo da tre mesi a Gerusalemme Est vicino al muro di divisione della città tra Palestina e Israele. Qui in questa parte della città c’è il più grande raggruppamento di palestinesi della città. In questi giorni mentre assistiamo tutti al massacro dei loro fratelli a Gaza pochissime reazioni di giovani frustrati da ciò che vedono. Un silenzio e un’inerzia molto strane che fanno pensare!! Forse ci dobbiamo preparare a qualcosa di grosso anche qui a Gerusalemme prima o poi? Una città divisa non solo dal muro ma anche da linee invisibili geografiche (infatti dalla Porta di Damasco incomincia un altro mondo). Ma queste linee di demarcazione sono anche culturali, religiose, storiche, sociali, politiche ed economiche. Ciò che sta succedendo a Gaza, soltanto a 90 km di distanza, ha dell’assurdo ed è davvero insensato e grave crimine di guerra. Centinaia e centinaia di civili stanno morendo nella completa impotenza e indifferenza di tanta gente. Bambini, donne, vecchi e malati la maggioranza di questa piccola striscia di Gaza. I bambini e gli adolescenti sono più della metà della popolazione. Strazianti immagini di piccoli bambini e ragazzi, donne e anziani che sono le vere vittime di questo conflitto. Addirittura medici e personale sanitario che vengono uccisi, feriti e respinti dal campo di battaglia così confuso pur indossando camici e segnalazioni mediche. Vengono ostacolati se cercano di raccogliere e portare aiuto alle vittime colpite da bombe d’aereo o dai carri armati e dalle granate sparate dai soldati ma anche dalle navi dal mare!!. Ambulanze con feriti a bordo vengono fatte saltare senza motivo asserendo che contengono militanti di Hamas e non personale medico!! E così anche scuole e case civili. Siamo alla pazzia totale!! Un assedio da tutti i fronti senza via di scampo. Una trappola mortale congegnata da mesi da questo governo israeliano con precisi obiettivi e con un lavoro di spionaggio all’interno di Gaza per segnalare gli obiettivi di Hamas durato quasi un anno per preparare questo attacco criminale, crudele e spietato. E ciò che l’esercito e soprattutto il loro governo affermano un’azione clinica e precisa a debellare Hamas è e sta diventando una carneficina voluta e programmata! Ad oggi l’esercito israeliano dice di aver già compiuto con successo e portato a termine quindi eliminato più di 750 obiettivi militari di Hamas. E questi obiettivi non sono solo punti del movimento di Hamas ma moschee, ospedali e dispensari, scuole, case civili, campi profughi e tanti altri. Tutti sono armati?? Tutti sono militanti di Hamas? E tutti i Palestinesi sono terroristi? E i bambini? E i bambini sono terroristi anche loro così come i medici, le donne e i malati?? No…non ditemi che la guerra è così e che queste cose succedono!! Perché c’è molto di più!! La pazzia dei leaders politici accecati di potere, sia Hamas che il governo israeliano, che usano i loro due popoli per continuare a dividerli, a uccidersi e soprattutto a non creare un dialogo vero che possa portare a un vero processo di pace e di giustizia per il bene comune di entrambi.

Ma cos’è la striscia di Gaza?
La striscia di Gaza è una piccola zona lungo la costa del Mediterraneo tra l’Egitto ed Israele, lunga 40km e larga 10km, in cui vivono più di 1,5 milioni di Palestinesi. Un’ area di 365 Km², con una densità di 3. 227 ab. per Km². Una delle più alte densità di popolazione al mondo.
I confini furono stabiliti nel 1948 dopo la creazione dello stato d’Israele; da allora fu occupata dall’Egitto fino al 1967 e poi passò sotto il controllo israeliano. Nel 2005 l’esercito israeliano formalmente si ritira dalla Striscia, ma di fatto continua a detenere il controllo dei confini, dello spazio aereo e di mare così come in tante parti nei territori dell’Autonomia Palestinese in tutto lo stato di d’Israele.
Gaza City è il centro urbano più esteso, con 500 mila abitanti, punto di riferimento commerciale ed amministrativo per la striscia, e anche i movimenti tra la Striscia ed il West Bank (Cisgiordania) sono stati nulli in questi tempi. In Cisgiordania il potere viene gestito dal movimento di Fatah del presidente Abou Mazen, con il loro centro di riferimento di Ramallah.
Gli altri centri più importanti sono Khan Younis (200 mila abitanti) situata nella parte centrale della striscia, e Rafah (150 mila abitanti) situata a sud.
La maggior parte della popolazione è composta da rifugiati fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948, che vivono ancora oggi, in gran parte, negli otto campi profughi gestiti dall’ONU.
Qui come in altre parti della Cisgiordania e Gerusalemme Est, i palestinesi sono costretti a vivere come al confino, come in un grande campo di rifugiati, senza libertà di movimento. Ad aggravare questa situazione ci sono le intimidazioni che molti di loro subiscono da parte di Hamas perché si uniscano a questo movimento nella lotta armata; poi ci sono l’embargo da parte di Israele specialmente in questi ultimi mesi prima dell’attacco, la mancanza di luce elettrica, la carenza di cibo e di pane, di medicinali, di medici e personale sanitario.
Orrore, morte, lutti, distruzione, crudeltà, odio, divisioni e un vero inferno, di sangue e di bombe e fiamme lanciate dagli aerei, carri armati e navi israeliani che usano fosforo bianco e altri ritrovati chimici militari che sono stati usati dagli americani per la prima volta nella guerra in Irak. Ricordiamoci che Israele è la quarta potenza militare del mondo. Perché? Per chi?
Quando gli ebrei si sono ritirati da Gaza nel 2005, Hamas ha pensato solo a continuare a sparacchiare contro Israele dei Qassam (che sono missili molto miseri e considerati di “latta” da parte degli israeliani….ma oggi diventano giustificazione per la guerra), dimostrando al mondo che non è la pace che vuole ma la distruzione di Israele, anche a costo della miseria delle popolazioni. E infatti non tutti i palestinesi sono con Hamas anche se dobbiamo ricordare che Hamas ha vinto le elezioni politiche non accettate da Israele e dall’occidente. C’era ed è ancor più evidente in questi giorni la divisione tra loro: da una parte Fatah con Abu Mazen e dall’altra il movimento di Hamas. E mi rifiuto di accettare ciò che invece in Italia e nell’occidente viene passato quasi come se fosse assodato che tutti i palestinesi sono musulmani e terroristi. Ci sono milioni di palestinesi all’estero in tutto il mondo e molti di loro occupano posizioni di rilievo dove sono impiegati sia in università e istituti, compagnie commerciali, ospedali, turismo e tanto altro. Musulmani si ma anche molti cristiani costretti ad emigrare da questa situazione assurda tra Israele e Palestina.
Ma tutti i palestinesi che vivono in Israele (più di 1 milione di persone con passaporto israeliano) e anche nei territori occupati dall’Autonomia hanno visto che Israele ha approfittato e continua ad approfittarsi in tutti questi anni per occupare terre palestinesi in barba alla convenzione di Ginevra e usa due pesi e due misure nei territori occupati. I nuovi insediamenti e gli arbitrii questi sì sono un grave ostacolo alla pace.Non ci sarà mai pace senza rispetto e comprensione reciproca. L’occupazione dura ormai da 40 anni e negli ultimi anni la situazione è peggiorata da quando Israele per paura dei kamikaze sul loro territorio ha costruito 734 km di muro (7 mt. di altezza) in Gerusalemme est, delimitando tutto il territorio dell’autonomia palestinese di Cisgiordania e Striscia di Gaza con migliaia di check points dovunque piccoli e grandi dove il sopruso, l’umiliazione, mancanza di rispetto (ai palestinesi e a volte anche agli stranieri)e la dimostrazione di potere da parte di giovanissimi soldati israeliani alle prime armi. Vivevamo già in un paese in guerra e occupato da molto tempo!! D’altronde con tutti questi check-points, migliaia di soldati dovunque nel paese, armi visibili ovunque in Gerusalemme e in tutto il territorio Israeliano. Non ci sarà mai pace costruendo muri, usando la forza, umiliando, uccidendo. Rifiutarsi di dialogare e soprattutto educando i propri popoli ad una convivenza pacifica e duratura nel tempo è la sola via ad un processo duraturo di pace.
Ma anche Israele non è solo Olmert, Netanyau, Sharon, Lizni Tipni, Peres, Barak. Anche qui mi rifiuto di accettare che la voce del popolo ebraico sono i loro politici o i fondamentalisti religiosi ebrei che ci sono come anche nella Palestina e nel mondo islamico. Le voci di un popolo israeliano che non è tutto per la guerra. Altri concittadini di Olmert che operano nelle organizzazioni israeliane per la pace affermano senza paura: “Siamo responsabili della disperazione di un popolo sotto assedio. Hamas da settimane aveva dichiarato che sarebbe stato possibile ripristinare la tregua a condizione che Israele riaprisse le frontiere e permettesse agli aiuti umanitari di entrare. Il governo d’Israele ha scelto consapevolmente di ignorare le dichiarazioni di Hamas e ha cinicamente scelto, per fini elettorali, la strada della guerra”.
Anche una minoranza di Rabbini ebrei condanna l’aggressione a Gaza e riconosce che è contro ogni religione. Nei giorni scorsi a New York c’è stata anche una protesta degli Ebrei Ortodossi anti-sionisti, organizzata per chiedere la fine del massacro di Gaza. Il celebre rabbino Michael Lerner, in una lunga lettera, ha attaccato il governo israeliano, perché sta prendendo i razzi lanciati da Hamas come pretesto per giustificare una nuova guerra dopo quella fatta con gli Hezbollah due anni fa. E di altri israeliani ed ebrei che vogliono una vera pace ce ne sono e non solo in giro per il mondo. Da notare che chi si dichiara pacifista e cerca il dialogo e la pace con i palestinesi in questo mondo ebraico viene considerato un traditore. Michael Lerner condanna anche gli attacchi di Hamas, ma insiste nel dire che non per questo la guerra è una reazione appropriata, tanto meno se è scatenata dal governo anche per fini politici ed elettorali.
E di questo l’opinione pubblica mondiale sa molto poco. Fra non molto il 10 Febbraio questo paese andrà alle urne politiche dopo un’instabilità di governo dovuta a precise accuse di corruzione all’uomo che oggi sta conducendo questa guerra: il primo ministro uscente Olmert. Dopo l’entrata in guerra di questo governo Olmert, con la ministra agli esteri Tzipi Livni e il ministro alla difesa Barak, il presidente della repubblica Peres (i veri artefici di questo piano e assurda decisione) hanno già ottenuto secondo le statistiche di gradimento dei loro cittadini molti seggi in parlamento in più rispetto alla situazione attuale molto instabile. Probabilmente non avranno bisogno dei piccoli partiti di religiosi ortodossi che da sempre hanno fatto da alleato per formare ogni governo israeliano. Da notare che proprio il partito Likud dell’opposizione cioè il già conosciuto Netanyahu aveva già sbandierato ai quattro venti l’intenzione di spazzare via in poco tempo Hamas se i cittadini gli avessero ridato la fiducia nelle prossime elezioni. Tutte e due i partiti che queste persone rappresentano (specialmente Barak e la Livni) si sono già rafforzati proprio per questa decisione così crudele e fatta passare come legittima difesa del proprio territorio dai terroristi di Hamas che continuavano a lanciare razzi Qassam sui territori del sud (nel deserto del Negev), in risposta all’ostinazione di Israele, per ottenere l’apertura del confine con l’Egitto e specialmente permettesse agli aiuti umanitari di entrare in una striscia di Gaza che è praticamente solo un campo profughi . Ma l’ostinazione Israeliana è stata continua e massacrante per la popolazione di Gaza negli ultimi mesi.
La stessa identica cosa si ripete in questi 12 giorni dall’inizio della guerra. L’ostinazione di israele a non far entrare giornalisti internazionali e non mostrare al mondo cosa realmene sta succedendo dentro questa trappola mortale!! Non lascia entrare o ostacola medici e personale sanitario che servono disperatamente e che l’esercito ostacola nella loro azione di soccorso. Ostinatamente non concede a chi sta urlando da varie parti la tregua di 48 ore per ragioni umanitarie e nemmeno quella di riuscire a portare ad un tavolo congiunto i contendenti per tentare di trovare una vera soluzione a questa situazione di stallo che coinvolge i due popoli da oltre 40 anni. Non vuole riconoscere Hamas perché organizzazione terrorista e fin qui non possiamo dargli torto. Ma ostinatamente non si rende conto che continuando con le armi e la violenza sta pianificando decenni di sofferenza per il proprio popolo sul proprio territorio e in tutto il mondo soprattutto mobilitando indirettamente nel mondo arabo e islamico le forze fondamentaliste più radicali che non aspettavano altro che questa giustificazione per poter ritornare presto sulle cronache internazionali in nome della Jihad. E davvero siamo già in una discesa senza ritorno di una guerra che può andare oltre i confini di Israele per diventare mondiale: tra occidente e mondo arabo-islamico a tutto campo. E non solo circoscritta alla regione del Medio Oriente come molti occidentali potrebbero pensare ma che ci toccherà in prima persona. Non saremo più così tranquilli quando invece i mostri da noi creati (vedi tra gli altri Saddam Hussein e Osama Bin Laden) da una politica internazionale despota e miope dell’amministrazione Bush degli ultimi anni e avallata in modo succube dalla Comunità Europea, si rivolgeranno contro il mondo occidentale come è già successo e non potrà che risuccedere di nuovo se non si adotta una politica più saggia e attenta agli squilibri mondiali.
Quindi ci dovremmo rendere conto che non sarà l’annientamento di Hamas (che non avverrà proprio per la ferocia e senza una visione futura con cui sta operando l’esercito israeliano…creando nuovi nemici e militanti in altri giovani disperati dentro e fuori Israele) che porterà beneficio a Israele e al mondo.
La reazione di Israele ai missili Qassam di questi ultimi mesi era inevitabile seguendo la logica di questo governo. La miopia di Hamas si scontra contro l’ostinazione testarda del governo israeliano. Ma la reazione israeliana era ed è sproporzionata rispetto ai danni inflitti dai “petardi di Hamas” in quanto hanno pochissima forza distruttiva come invece le bombe e le armi più sofisticate in mano all’esercito israeliano di produzione americana ma anche italiana!! Dal 2002 sono morti circa 10 persone compresi gli ultimi 2 di questi giorni nonostante le migliaia tirati in diversi anni e negli ultimi mesi. Le vittime sono sacre da ambo le parti non ci sono divisioni nella morte: che siano ebrei israeliani o palestinesi. Ma l’opinione pubblica israeliana e internazionale deve sapere che la reazione di Israele in questi ultimi 6 anni ha ucciso più di 5000 palestinesi con raid aerei e in tanti altri controlli e azioni militari. Lo stesso è avvenuto anni fa a Betlemme quando è stata invasa la Basilica. Tre morti da parte israeliana, 40 o 50 come reazione israeliana. La denuncia di Israele per abuso di legittima difesa era partita dai presbiteriani americani a quel tempo. E ora l’escalation di abuso di potere e di violenza inaudita è alla sua massima forza.
Per molti popoli del mondo, i palestinesi rappresentano l’impegno della maggioranza. Essi sono i piccoli grani di sabbia che resistono; ciò che la maggior parte degli Americani ed i popoli privilegiati dell’Occidente non vedono. Essi sono un popolo cui è negato il diritto più fondamentale: il diritto a un suo Stato, anche se solo sul 22% della Palestina storica che Israele ha occupato fin dal 1967. Per la maggioranza dell’umanità che vive in condizioni economiche e politiche inimmaginabili in Occidente, quella sofferenza causata dall’occupazione di Israele (che significa impoverimento e negazione totale della libertà che può essere sostenuta solo grazie al supporto americano) è emblematico della loro stessa sofferenza. L’oppressione israeliana dei palestinesi, con l’appoggio diretto degli USA (vedi amministrazione Bush), evidenzia in modo dimostrabile l’esistenza di un sistema globale di dominazione occidentale, che impedisce agli altri di perseguire ed ottenere i loro sogni di benessere politico ed economico. Per restare all’esempio Israele – USA assomiglia molto alla storica alleanza tra l’Impero Romano e Erode il Grande. Anche Erode potè governare con tanta violenza e crudeltà sempre con l’avallo della “grande Roma”. Ed Erode è ricordato da tutti per la strage degli innocenti e tanto altro. Cosa sta succedendo in questi giorni di pazzia?? Forse è tempo che anche il popolo ebraico d’Israele faccia memoria di un’olocausto vissuto soltanto qualche decennio fa nel quale più di 6 milioni di ebrei vennero trucidati dalla pazzia nazi-fascista d’europa. E l’Europa e gli USA hanno ancora il senso di quella colpa e paura di far aprire gli occhi e il cuore al popolo Israeliano e alla sua politica interna e internazionale. Non è possibile che l’umanità non impari nulla dalla storia passata. La storia si ripete anche ora con il popolo palestinese in tempi e in modi diversi.
Qualunque sia alla fine la soluzione, se questo che è il più destabilizzante e delicato dei conflitti non è affrontato con la dovuta serietà e verità, gli USA con Obama rimarranno impantanati in conflitti con i popoli arabi e tutti i popoli che ricercano la vera libertà. Capirà il governo di Obama insieme ai paesi Europei e all’ONU che senza dare il giusto interesse per i bisogni dei palestinesi, non saranno mai in grado di districarsi dai problemi più generali del Medio Oriente, di dare più potere vero alla Comunità delle Nazioni Unite senza veti di sorta e salvare anche le proprie economie?

Padre Daniele Moschetti
Missionario Comboniano