La Città di Narni concede la
Cittadinanza onoraria
alla
Comunità di Pace di San José de Apartadó ( Urabá, Colombia)
e
al difensore dei diritti umani Javier Giraldo Moreno, s.j.
1999 -2013 quattordici anni di impegno per la difesa dei diritti umani e con le vittime del conflitto colombiano
Cittadinanza onoraria
alla
Comunità di Pace di San José de Apartadó ( Urabá, Colombia)
e
al difensore dei diritti umani Javier Giraldo Moreno, s.j.
1999 -2013 quattordici anni di impegno per la difesa dei diritti umani e con le vittime del conflitto colombiano
Narni,
Sala Consiliare – 25 ottobre 2013- ore 17,30
“ Molta gente ci domanda come abbiamo potuto sopportare e
continuare a sopportare, però noi gli rispondiamo, noi non sopportiamo,
resistiamo, perché la resistenza ha un significato più profondo del sopportare,
la resistenza implica la possibilità di costruire un altro mondo alternativo
alla logica della morte, ed è per questo che viviamo ed abbiamo coscienza che
ogni colpo che riceviamo può solo meritare una risposta civile come comunità, dando vita ad un mondo diverso da quello della morte, questa è la logica con
la quale lavoriamo, questa è la logica della nostra resistenza, questa è la
logica che ci ha permesso di rimanere qui per tanti anni e che ci conserva con
tanta forza, ora più che mai. (…)” Dalla
e per la possibilità di un mondo diverso, Comunità di Pace di San José de
Apartadó, novembre 2004
Quattordici anni di cammino solidale al fianco della
comunità campesina di San José de Apartadó per condividere il suo processo di
costruzione della pace dal basso e per
riscoprire nella nostra Città forme e sentimenti di Comunità
Durante
questi 14 anni
( 1999-2013) il lavoro congiunto del Comune di Narni e della Rete Italiana
Colombia Vive! ha consentito alla
Comunità di San Josè de Apartadó di proseguire nel suo percorso di costruzione
della pace dal basso, superando il dolore per la perdita di più di 200 membri
della Comunità uccisi per mano degli attori armati ( Esercito Guerriglia e
paramilitari) e di oltre 600 violazioni ai diritti umani e al diritto
umanitario internazionale che si configurano, per la forma reiterata nella
quale si presentano, come delitti di lesa umanità; assicurato annualmente la
presenza di un delegazione europea in loco
favorendo la partecipazione dei membri della Comunità agli eventi
internazionali orientanti alla pace con giustizia, alla nonviolenza, alla
difesa del territorio e dei beni comuni; mantenuto costantemente in questi
anni un registro sulle violazione ai
diritti umani e diritto umanitario internazionale perpetrate ai danni dei
membri della comunità di pace; apertura del
dialogo diretto con le Autorità colombiane sia civili che militari; ha
consentito l’inserimento nelle agende
delle Commissioni parlamentari dei Diritti Umani ( Camera e Senato) e del
Parlamento Europeo, delle problematiche della società civile colombiana
all’interno del Conflitto armato;
ha
promosso il diritto dei Difensori dei
Diritti Umani in Colombia a difendere i
diritti umani, ha favorito la discussione di 6(sei) tesi universitarie sulla Comunità di
Pace di San José de Apartadó e sui
processi di costruzione di pace dal basso in Colombia; ha costruito virtualmente una Rete Europea di appoggio alle
Comunità di Pace e in resistenza civile Colombiane, composta da associazioni ed
enti locali, ponendo le basi per un gemellaggio europeo tra alcune di queste
realtà, come il Comune di Westerlo ( Belgio) Alburquerque e Burgos (
Spagna) ( progetto del Comune di Narni del settembre 2007: Europe for citizens programme 2007-2013” . Bando europeo per favorire l’incontro tra città e cittadini europei. Co-financed by the
European Union within the programme "Europe for Citizens" 2007 –
2013; Town
twinning, Action 1, Measure 1.1. Citizens’ Meetings)
La
Comunità di Pace di San José de Apartadó, si trova nella
giurisdizione di San José de Apartadò, la più grande per estensione del Comune
di Apartadò, nella regione di Urabà, al nord ovest della Colombia, confine con
il Panama. La sua ubicazione, porta di ingresso
della catena montuosa di Abibé, fa di questa zona un punto strategico
per gli attori armati del conflitto (Esercito, Paramilitari e Guerriglia), dal
momento che l’Abibé permette il passaggio verso i dipartimenti di Cordoba ,
Chocò e Antioquia. Su questa zona esistono forti interessi economici , come ad
esempio la costruzione di un canale secco, parallelo al canale di Panama, tanto
desiderato dalle multinazionali, lo sfruttamento delle miniere di carbone e del
legno che in questa zona è molto pregiato e si trova in grande quantità. La
Comunità si è dichiarata Comunità di Pace nel 1997 decisa a far rispettare il
suo status di popolazione civile che rifiuta di essere coinvolta nel conflitto
armato. La sua popolazione è essenzialmente contadina e vive dislocata in
diverse veredas ( villaggi)alcune delle quali sono state organizzate come zone
umanitarie per contrastare il fenomeno del desplazamiento
( sfollamento forzato interno). Il loro sostentamento è dato essenzialmente
dalla coltivazione del banano baby e del cacao che con difficoltà riescono a
commercializzare, e dalla coltivazione
di cereali e frutta che serve al loro auto sostentamento. Il lavoro è basato
sul principio comunitario ed è
organizzato in oltre 55 gruppi di lavoro. Gli impegni liberamente assunti e
contenuti nella Dichiarazione di Comunità di pace sono:
-
non
partecipare alla guerra in modo diretto o indiretto;
-
non
portare né detenere armi;
-
non
dare appoggio e informazioni alle parti in conflitto,
-
denunciare
tutte le violazioni e aggressioni subite
da qualsiasi delle parti in conflitto;
-
impegnarsi
a partecipare nel lavoro comunitario;
-
combattere
l’ingiustizia e l’impunità.
Difendere questi principi ed il territorio
dove vivono è costato alla Comunità dal 1997 ad oggi più di 200 morti ed oltre 650 violazioni ai diritti umani e al diritto umanitario internazionale.
Javier Giraldo Moreno, sacerdote gesuita, è direttore della Banca Dati sui
Diritti Umani del CINEP. Tribunale Permanente dei Popoli della Fondazione Lelio
e Lisli Basso ISSOCO, Segretario esecutivo della Commissione Intereclesial
Justicia y paz della Colombia (1988-1999), Coordinatore del Tribunale
Permanente dei Popoli sui crimini di lesa umanità in America Latina ( 1988 –
1991), accompagna in Colombia diverse comunità nella resistenza civile alla
guerra. Da oltre 25 anni, padre Javier Giraldo, ha scelto di lavorare in uno dei
campi più difficili che ha la Colombia: la difesa dei diritti umani. La sua
vicinanza a diverse comunità gli ha permesso di conoscere di prima mano
testimonianze che narrano come, principalmente nelle zone rurali, il conflitto
si è impadronito della vita dei suoi abitanti. La sua voce di denuncia ferma e
le sue azioni categoriche in difesa dei diritti umani e dei settori più
emarginati della popolazione gli hanno valso una persecuzione costante da parte
dei settori militari fino ad essere minacciato di morte con dei graffiti
apparsi il 22 aprile 2012 in diversi luoghi di Bogotà. Sicuramente queste
minacce sono una risposta al suo indeclinabile impegno al fianco delle vittime
della violenza in Colombia e alla lotta all'impunità. Dalla sua
costituzione, 23 marzo 1997, accompagna la Comunità di Pace di San José de
Apartadó e la rappresenta davanti alle autorità governative colombiane ed agli
organismi intergovernativi dei diritti umani.
“E'
un errore credere che nonviolenza sia pace, ordine, lavoro e sonno tranquillo,
matrimoni e figli in grande abbondanza, nulla di spezzato nelle case, nessuna
ammaccatura nel proprio corpo. La nonviolenza non è l'antitesi letterale e
simmetrica della guerra: qui tutto infranto, lì tutto intatto. La nonviolenza è
guerra anch'essa o, per dir meglio, lotta, una lotta continua contro le
situazioni circostanti.” A.Capitini